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Ruotolo a Santo Stefano: l'informazione che non c'è
Nel dibattito organizzato dall'Arci, il vice direttore di Rai Tre ha fatto il punto sullo stato della comunicazione televisiva in Italia, sottolineando la totale mancanza di concorrenza
S. Stefano -
A Santo Stefano Magra si è svolto un incontro-dibattito sull'informazione oggi in Italia. Il titolo dell'iniziativa, che si è svolta presso il Circolo Mutuo Soccorso, era “L'informazione che non c'è” ed è stata organizzata congiuntamente da Arci La Spezia e Arci Val di Magra. L'ospite principale del dibattito è stato Sandro Ruotolo, già vice di Michele Santoro per la trasmissione “Sciuscià” e attualmente vicedirettore di Rai Tre. La nostra redazione lo ha raggiunto telefonicamente per anticipare alcuni temi del suo intervento: in particolare il giornalista si è concentrato sull'importanza della comunicazione televisiva e sul monopolio assoluto di Mediaset e Rai, sempre più orientate verso la televisione spazzatura. Dai reality show al “velinismo” imperante, Ruotolo ha espresso tutta la sua preoccupazione per la mancanza di concorrenza nell'informazione ricordando che, ad esempio, anche i temi trattati quotidianamente da Bruno Vespa anni fa erano esplicati con maggiore approfondimento, proprio grazie alla coopresenza nei palinsesti di professionisti come Michele Santoro, Enzo Biagi o Gianni Minoli. In questo senso, il vice direttore ha ricordato l'allontanamento dalla Rai, nel giro di poche settimane, di Biagi, Luttazzi e Santoro, colpevoli solo di aver espresso opinioni più che legittime, oltre che doverose da parte di un giornalista. Questi episodi sono accaduti proprio mentre Ruotolo era impegnato in stretta collaborazione con l'autore di Samarcanda, che ha poi scelto di continuare la sua battaglia per un'informazione libera in sede di parlamento europeo. Nel dibattito di oggi è stata poi sottolineata la floridezza economica di Mediaset e di tutte le aziende legate al Presidente del Consiglio, mentre lo stesso non si può dire per il resto delle grandi imprese italiane. Sull'impegno dei giornalisti nell'arginare questa situazione di monopolio e di eccessiva leggerezza dei palinsesti, Ruotolo ha parlato della necessità di non piegarsi alle imposizioni che arrivano al di fuori delle redazioni: difficile però esprimere giudizi di merito perchè, anche se è vero che sono in pochi ad aver preso una posizione netta, è anche impossibile non rilevare la mancanza di prospettive per chi avesse voglia di fare un'informazione “diversa” in Rai o a Mediaset.
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Ultimo aggiornamento ore
19:56 del 25.03.05 | redazione
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