Liguria -
Le morti di tre delfini, rinvenuti nelle ultime due settimane nei mari intorno all'isola d'Elba, hanno messo in allarme Legambiente anche in Liguria: l'associazione ambientalista teme infatti che la causa più probabile dell'accaduto sia da ricercare nella pesca di frodo, in particolare quella praticata con le reti spadare. Si tratta di un tipo di rete lungo chilometri, che viene lasciato alla deriva per giorni, pescando tutto quello che trova luongo il suo tragitto. Vittime di questa pratica sono anche e soprattutto tartarughe marine, delfini e altri cetacei, balene comprese, nonostante i divieti dell’Unione Europea, che dal 2002 ha bandito le spadare per il loro forte impatto sulle specie sopracitate, sempre più rare e protette. Non è da escludere, e questo è il motivo di allarme, che reti di frodo abbandonate in Toscana possano giungere tranquillamente sotto costa in Liguria. "Facciamo appello a tutte le forze dell'ordine - commenta il responsabile di Legambiante alla Spezia Paolo Varrella di Legambiente - affinché vigilino anche nei nostri settori marittimi, in modo da scongiurare una simile barbarie" E' ormai noto da anni, infatti, che il settore di Levante del Mar Ligure ospita numerose famiglie di tursiopi, richiamati da zone limitrofe per l'abbondanza di cibo. Si ritiene che i gruppi di delfini costieri, compiano migrazioni lungo la costa, spostandosi da Genova fino alla Spezia. Oltre ad un programma serrato di prevenzione, Legambiente sta cercando di attivare studi in collaborazione con istituti di ricerca specializzati nella stima del numero di cetacei presenti, visto che è probabile che questi siano più di quanto si pensi anche nelle zone di mare vicine. Parallelamente a questo, l'associazione ha intenzione di sviluppare programmi di educazione mirata sui cetacei nelle scuole, per dare protezione a questi animali e valorizzare le risorse marine.
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