Massa - Si profila un nuovo ciclo di cassa integrazione per i dipendenti della Evam di Massa. Dopo le prime tredici settimane, che si concludono proprio in questi giorni, non sembrano ancora essersi risolti i problemi alle sorgenti, che avevano comportato una diminuzione della produzione e la conseguente chiusura della linea dell'imbottigliamento con vetro a rendere: di qui il ricorso all'ammortizzatore sociale che aveva riguardato a rotazione tutti i 26 dipendenti dell'azienda di Massa.

In un primo momento si era sperato che nell'arco dei tre mesi previsti, la proprietà riuscisse a risolvere il problema delle fonti e a far tornare a regime l'azienda che imbottiglia e commercializza le acque minerali della montagna massese: così però non è stato e – con tutta probabilità – la Evam sarà costretta a prolungare il periodo di cassa integrazione. Di questo si è parlato oggi a Massa nell'assemblea che ha riunito i lavoratori e i rappresentanti sindacali, preoccupati di far ricadere in modo equo tra tutti i dipendenti le ripercussioni della crisi. E sempre oggi è stata fissata la data del tavolo con la proprietà: il prossimo 31 marzo si terrà infatti un vertice tra sindacati e dirigenti dell'azienda pubblica, per fare il punto della situazione e capire quali provvedimenti prendere per il futuro.

Il quadro  – già di per se delicato – è aggravato dal fatto che l'amministrazione massese – che controlla la Evam – alla luce delle difficoltà della ditta sembra propensa a cedere parte delle quote societarie: la privatizzazione in questo caso comporterebbe con tutta probabilità una riduzione dell'organico e la conseguente apertura di una nuova situazione di crisi che andrebbe ad aggiungersi alle tante già esistenti nella provincia di Massa-Carrara.