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Nuova rottura sul contratto integrativo del lapideo
I confederali lanciano accuse contro un gruppo di imprenditori. Lamentela anche dai Cobas, esclusi dal tavolo di ieri
Massa-Carrara -
Si sono rotte dopo nove ore di discussione le trattative tra industriali e sindacati confederali sulla stesura del contratto integrativo dei lavoratori del marmo per la provincia di Massa-Carrara. Oggi Fillea, Feneal e Filca hanno chiarito la loro posizione, lanciando accuse tanto pesanti quanto precise: dietro gli ostacoli alle trattative ci sarebbe l'opposizione di un gruppo ristretto di imprenditori, riconducibili alla Campolonghi.
La rottura sarebbe avvenuta ad accordo ormai fatto: superato lo scoglio del premio di risultato – sui cui il dialogo si era interrotto la scorsa settimana- gli industriali avrebbero tenuto una linea intransigente su un punto di minor rilevanza, legato alla questione mensa. Dura quindi la reazione dei confederali che hanno annunciato una nuova settimana di mobilitazioni.
Ma la tensione non caratterizza solo i rapporti tra industriali e confederali: ad essere preoccupati per la piega che ha preso la discussione sul contratto integrativo del marmo anche i Cobas, auto-convocatisi ieri presso la sede di assindustria dove si stava tenendo il tavolo concertativo. Come spiegano gli stessi Cobas in un comunicato, la decisione di raggiungere la riunione era stata presa per “dare un contributo fattivo e arrivare ad un accordo” ma, proseguono i sindacati di base riferendosi ai confederali “la triplice non ha inteso né voluto la nostra presenza alle trattative”. I Cobas, ribadiscono che tra loro e assindustria la rottura non c'è ancora stata e aspettano una nuova convocazione, ricordando l'esito dei referendum consultivi tenuti alle cave nei giorni scorsi: secondo i sindacati di base, 175 cavatori si sarebbero detti favorevoli all'erogazione della presenza al lavoro. |
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Ultimo aggiornamento ore
20:47 del 04.03.05 | redazione
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