La Spezia -
Il caro acqua continua alla Spezia a provocare le proteste delle associazioni di categoria. Dopo le aziende che per attività sono costrette a usare grandi quantità di acqua, oggi sono i coltivatori diretti e gli allevatori a lamentare l'eccessiva entità degli aumenti a seguito dell'applicazione del nuovo piano tariffario. IL presidente dell'Ato provinciale Marino Fiasella si è così visto recapitare una lettera congiuntamente firmata da Coldiretti, Unione Agricoltori, Associazione Allevatori e Confederazione italiana Agricoltori, contenente una serie di obiezioni al Piano tariffario. Secondo il documento in alcuni casi gli aumenti arrivano anche al 300% e non sarebbe ammissibile l'aver messo sullo stesso piano agricoltori e commercianti, dimenticando che questi ultimi sono quasi nove volte più numerosi. Secondo Gianni Lagomarsini, agronomo e direttore del Cia alla Spezia, è stato semplificato in modo negativo il criterio di individuazione delle fasce di consumo: mentre prima si distingueva tra aziende a carattere zootecnico e quelle a carattere agricolo ordinario, adesso tutto è riferito ad un'unica voce, senza tener presente, ad esempio, che per le aziende zootecniche è molto rilevante anche la qualità oltre che la quantità della risorsa idrica. Nella sostanza al Presidente Ato è stato chiesto di ripristinare le tariffe precedenti, ritenute molto più eque per gli operatori agricoli e zootecnici presenti sul territorio, vista anche l'incidenza complessivamente modesta del consumo di acqua del settore agricolo. Questo tipo di trattamento, secondo Lagomarsini, potrebbe essere riservato alle aziende iscritte alla Camera di Commercio e quindi più rilevanti sul piano del mercato agricolo. |