Genova -
È stato approvato a maggioranza venerdì scorso lo Statuto della Regione Liguria, dopo che sono state accolte anche le indicazioni del Governo su alcune parti del documento. La nuova “Carta” regionale, è formata da 78 articoli e dovrebbe entrare in vigore tra tre mesi, salvo ricorsi. Tra le novità formali c'è l'aumento del numero degli assessori da 10 a 12 e dei consiglieri, da 40 a 50, variazione quest'ultima che non riguarderà però le prossime elezioni regionali. Sono stati introdotti anche nuovi organismi legislativi e consultivi, come il Consiglio delle Autonomie Locali, mentre maggiori poteri andranno al Presidente della Giunta, che potrà essere eletto direttamente e a cui sarà dato il potere di scegliere tutti gli assessori al di fuori dei componenti del Consiglio, oltre che di porre la fiducia su alcuni atti di particolare rilevanza, come il bilancio. Questa direzione in senso “presidenzialista” è stata pesantemente criticata dal gruppo consiliare di Rifondazione Comunista, insieme con la decisione di “relegare” il riferimento alla lotta di Liberazione sono in premessa. Secondo Arturo Fortunati, capogruppo di RC, sarebbe infatti in atto una neppur troppo velata opera di revisione storica da parte della Regione Liguria. Dai Democratici di Sinistra, che hanno partecipato attivamente alla stesura del documento, fanno invece sapere di essere sostanzialmente soddisfatti del tenore dello “Statuto” anche se, come ha riferito ai microfoni di Contattoradio il capogruppo Moreno Veschi, i Ds faranno quanto in loro potere per rimediare al pesante intervento del Governo Berlusconi su alcune parti importanti dello Statuto, come la rappresentanza territoriale e la presenza delle donne in Consiglio, confidando in una vittoria alle prossime elezioni regionali.
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