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Carrara. Ascoltati i testimoni della difesa per i fatti del dicembre 2003
Davanti al giudice sindacalisti e politici che parteciparono al presidio a sostegno di Nca. Marchi (RC): le azioni dei manifestanti non erano premeditate
Carrara -
Si è svolta oggi, presso il Tribunale di Carrara, la seconda udienza del processo agli otto indagati per i fatti del 17 dicembre 2003 al Casello autostradale di Marina di Carrara: oggi toccava ai testimoni della difesa essere ascoltati sulla vicenda legata alla manifestazione a sostegno dei cantieri navali di Marina di Carrara.
Quel giorno, lo ricordiamo, il corteo, dopo una prima parte di tragitto, si era recato nei pressi del casello autostradale della A12, dove si era tenuto un presidio. Qui i manifestanti avevano tentato per due volte di superare il cordone composto dalle forze di polizia. L'iniziativa non aveva avuto una natura particolarmente violenta o comunque erano rimasti in linea con quanto accade durante un'iniziativa di quel tipo. L'avvio delle indagini aveva dunque stupito tutti coloro che avevano assistito direttamente ai fatti.
Nella prima udienza, svoltasi il 9 dicembre 2004, un dato in particolare aveva destato scalpore tra i sostenitori degli otto indagati, ovvero il fatto che i giovani sarebbero stati identificati grazie ad una precedente conoscenza dei dati anagrafici da parte delle forze di polizia, nonostante i ragazzi non avessero alcun precedente penale.
Oggi, sono stati 5 i testimoni chiamati dalla difesa: davanti al giudice del Tribunale di Carrara sono comparsi Paolo Marini, segretario della Camera del Lavoro di Massa Carrara, Matteo Bartolini, Consigliere Provinciale di Rifondazione Comunista, Mauro Bondielli della segreteria della Cgil di Massa Carrara, uno dei giovani partecipanti alla manifestazione, Niccolo Alibani e Pier Paolo Marchi, consigliere comunale di Massa, eletto nelle fila di Rifondazione Comunista. Il processo si è chiuso alle intorno alle 18.15: dopo le audizioni il giudice ha deciso un rinvio al 7 aprile quando saranno ascoltati altri testimoni che non sono potuti intervenire oggi. A pochi minuti dalla chiusura dell'udienza la redazione di Contatto Radio ha raggiunto telefonicamente Pier Paolo Marchi: il consigliere comunale ha raccontato lo stupore provato nel constatare la profonda diversità tra i fatti a cui aveva assistito nel dicembre del 2003 nei pressi del casello della A-12 a Marina di Carrara e la ricostruzione portata in aula dall'accusa. Marchi ha infatti rilevato la volontà da parte dell'accusa di far credere che lo sfondamento del cordone di carabinieri avvenuto nei pressi del casello fosse frutto di un'azione premeditata da parte di un gruppo di giovani; una versione che però non coincide affatto con quanto visto quel giorno dallo stesso Marchi che ha raccontato di essersi trovato proprio nelle prime file del corteo. “Mi sono perfettamente reso conto di quanto stava succedendo e cioè che il progredire del corteo non è stato contenuto dal cordone del sindacato che era l'unico cordone reale e che quindi le persone sono passate in mezzo ad uno schieramento di carabinieri che non poteva essere considerato un vero e proprio cordone” |
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Ultimo aggiornamento ore
20:06 del 27.01.05 | redazione
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