Ci sono novitą sulla vicenda dell'impianto di frantumazione di inerti per l'edilizia situato a Senato in provincia della Spezia e di proprietą della societą Viti Escavazioni, su cui sono in corso indagini per verificare se la struttura sia responsabile dell'inquinamento da amianto rilevato da alcune analisi nelle acque del fiume Magra. Mentre si attende il 2 febbraio, data in cui la Cassazione dovrą emettere una sentenza sulla vicenda, gią oggi arrivano novitą a margine dell'inchiesta, notizie certo non positive per il pm Rodolfo Attiną, responsabile dell'inchiesta e sostenuto dai cittadini della Val di Magra.
Qualche tempo fa Attiną aveva denunciato per "falso ideologico"il giudice spezzino Diana Brusacą: secondo il pm infatti c'erano state irregolaritą nelle sentenze emesse dalla Brusacą che avevano portato alla revoca dei due sequestri dell'impianto di senato, sequestri disposti d'urgenza dallo stesso Attiną il 29 ottobre e il 29 novembre.
La denuncia č stata vagliata dalla Procura di Torino, competente del caso, che ha smontato la posizione del pm stabilendo che le sue accuse al Giudice Brusacą si fondano su un reato inesistente. Questa la sentenza del Giudice per le indagini preliminari Cristina Domaneschi che ha archiviato il caso dando ragione al procuratore capo di Torino Marcello Maddalena, secondo cui la denuncia del pm Attiną merita solo rapida e non onorata sepoltura.
Come dimostrano le dichiarazioni dei protagonisti della vicenda, tra La Spezia e Torino sono volate parole dure e accuse pesanti: una botta e risposta che non ha riguardato tanto il merito della causa, ma piuttosto le strategie scelte da pm e giudice nell'affrontare il caso.
Ancora tutto da decidere quindi per quanto riguarda il merito del procedimento giudiziario: il futuro dell'impianto di Frantumazione della Viti Escavazioni, le sorti del Fiume Magra e quelle dei cittadini della zona sono ancora in sospeso.