La rivista Airone torna a segnalare un'emergenza ambientale nel territorio tra le province della Spezia e Massa Carrara: alla fine dell'anno scorso al centro del mirino erano state le Apuane e l'escavazione legata all'industria del marmo; nell'edizione di febbraio invece il mensile dedicato alla natura si occupa dell'inquinamento da amianto nel fiume Magra, in provincia della Spezia.
Sotto accusa un impianto di frantumazione di inerti per l'edilizia situato a Senato, di proprietà della società Viti escavazioni, dove si macina serpentino, un minerale da cui si estrae amianto. Nella zona esisteva già da qualche tempo il “Comitato di frazione”, un ente voluto dalle amministrazioni locali che riunisce i cittadini di alcuni comuni della Val di Magra nel tentativo di affrontare e gestire i problemi del territorio. Il comitato non poteva quindi non occuparsi del caso- amianto: tra le varie iniziative il sostegno alle indagini aperte dalla Procura della Spezia, sostegno espresso con una manifestazione di piazza lo scorso 14 dicembre .
I cittadini hanno poi chiesto all'Arpal e alla Asl di effettuare dei rilevamenti sul livello di inquinamento presenti nel Magra: secondo Salvatore Garau, presidente del comitato di frazione di Senato, intervenuto ai microfoni di Contatto Radio, le risposte non sarebbero state però affatto soddisfacenti.
Le speranze dei cittadini quindi sono riposte ora nelle indagini condotte dal sostituto procuratore Rodolfo Attinà, che dovrà chiarire se l'impianto dei Viti possa recare danni alla salute degli abitanti della zona e se esso costituisca una minaccia per il territorio che, si trova all'interno del Parco regionale di Montemarcello Magra.
Il prossimo 2 febbraio la Procura di Torino dovrà stabilire se il sequestro preventivo richiesto dal procuratore Attinà e sospeso dal Tribunale del Riesame, fosse motivato o meno. Una sentenza che i cittadini della val di magra attendono con trepidazione.