10 decreti penali di condanna per il danneggiamento della sede di Alleanza nazionale in Via Ghirlanda e 8 decreti per l'occupazione dell'ex caserma dei vigli del fuoco sono stati notificati in questi giorni a diversi esponenti della sinistra massese. Il decreto penale di condanna è uno strumento previsto dall'art 459 del codice di procedura penale quando il pubblico ministero, ritiene che si debba applicare soltanto una pena pecuniaria, anche se inflitta in sostituzione di una pena detentiva.
Il PM può presentare al giudice per le indagini preliminari, entro sei mesi dalla data in cui il nome della persona alla quale il reato è attribuito è iscritto nel registro delle notizie di reato e previa trasmissione del fascicolo, richiesta motivata di emissione del decreto penale di condanna, indicando la misura della pena. Il decreto penale si può attivare nei procedimenti per reati perseguibili di ufficio ed in quelli perseguibili a querela se questa è stata validamente presentata e se il querelante non ha nella stessa dichiarato di opporvisi. Esso non prevede dibattimento.
E' così che si è arrivati alle condanne per i due avvenimenti accaduti nel corso del 2003. Il danneggiamento della sede di Alleanza Nazionale avvenne in via Ghirlanda, nel pieno centro di Massa il 16 Marzo. L'occupazione della sede, ormai abbandonata, dell'ex caserma dei vigili del fuoco da cui sarebbe, alla fine di una lunga trattativa con le istituzioni, nato il centro sociale La Comune avvenne il 5 maggio. Sorprende quindi che i provvedimenti siano arrivati insieme al termine del loro iter.
I due gruppi di giovani condannati si sono immediatamente costituti in due comitati ed hanno presentato opposizione al decreto di condanna, giudicato da loro, uno strumento per nulla garantista, in quanto non permette di difendersi dalle accuse in dibattimento, ma obbliga a dimostrare la propria estraneità ai fatti o l' insussistenza degli stessi a seguito di una condanna.
In particolare i giovani del Centro Sociale La Comune hanno diffuso un comunicato in cui ritengono infondato il provvedimento, oltre che per motivazioni giuridiche, anche per motivazioni politiche, visto che la sede non venne sgomberata, ma lasciata spontaneamente dagli occupanti a seguito della conclusione positiva della vertenza, che portò il Centro sociale a spostarsi nella sede odierna di Via Concia.
Secondo Simone Ortori, del centro sociale «i decreti penali che prevedono la condanna a 15 giorni di reclusione trasformati in oltre 500 euro di multa» non tengono conto della trattativa che c'è stata con le istituzioni e che ha visto coinvolti «personalità come il Vescovo di Massa o fratel Raffaele direttore della Caritas o ancora esponenti politici e delle amministrazioni. I decreti penali sono quindi da respingere nella sostanza, ma anche nella forma, poiché è uno strumento che condanna senza la possibilità di difendersi ».
Simone Ortori ha ribadito infine, che sicuramente, accanto alla battaglia giuridica contro i provvedimenti, si affiancherà una mobilitazione politica per sostenere la stessa inesistenza dei presupposti che hanno portato alle condanne.