Si aperto questa mattina presso il tribunale di Carrara il processo agli otto ragazzi indagati a seguito della manifestazione del 17 dicembre: come ricorderete un anno fa era stata organizzata un'iniziativa a sostegno della vertenza dei nuovi cantieri apuania; il folto corteo, partito appunto dalla sede di Nca, si era recato nei pressi del casello autostradale della A12 dove si era tenuto un presidio durante il quale i manifestanti avevano tentato un paio di volte di superare il cordone composto dalle forze di polizia. Si era trattato di piccole resse o poco più,assolutamente normali vista la grande partecipazione alla manifestazione. L'avvio delle indagini, condotte a carico degli otto giovani aveva stupito tutti coloro, ed erano in molti, che avevano assistito ai fatti: i ragazzi sarebbero stati accusati infatti per aver tenuto un atteggiamento particolarmente violento e di essersi distinti tra la folla. Sono state molto nel corso di questi mesi le manifestazioni di solidarietà ai giovani indagati sia da parte dei lavoratori di Nca, sia da parte dei sindacati e della società civile.
Questa mattina è partito quindi l'atteso processo: davanti al giudice sono sfilati i testimoni del pubblico ministero che hanno raccontato la loro versione dei fatti, da cui sono emersi principalmente due dati. In primis, la lettura dei fatti avvenuti lo scorso 17 dicembre non è stata la stessa per tutti e nelle ricostruzioni dei testimoni sono spesso emerse delle differenze. Il secondo dato, che ha destato molto scalpore tra i sostenitori degli otto, è che le forze di polizia avrebbero potuto identificare i giovani perché già in precedenza sarebbero state a conoscenza dei loro dati anagrafici (in particolare nome e cognome), nonostante i ragazzi non avessero alcun precedente penale. Nel corso degli interventi, è stato detto, infatti che la questura sarebbe in possesso di informazioni su tutti coloro che partecipano alle manifestazioni e fanno attività politica.
Nel frattempo, mentre a Carrara si svolgeva la prima seduta del processo fuori dal tribunale,si è tenuto un presidio di solidarietà agli indagati, cui hanno preso parte un centinaio di persone, tra studenti, lavoratori dei cantieri e delle industrie locali. Era presente anche l'assessore provinciale alle politiche del lavoro Raffaele Parrini, in rappresentanza della Provincia di Massa Carrara: “Con questa partecipazione, vogliamo esprimere la nostra fiducia nell'operato della magistratura e al tempo stesso la nostra solidarietà ai giovani indagati”.
La prossima seduta del processo è stata fissata per il 27 gennaio 2005, quando a parlare saranno i testimoni della difesa.