Torna all'ordine del giorno alla Spezia il caso delle corvette irachene ferme nel porto cittadino. Una vicenda che si trascina ormai da quindici anni: il governo di Saddam Hussein aveva commissionato a Fincantieri quattro navi da costruire nelle acque del golfo spezzino. I lavori erano ormai terminati quando, nel 1991, l'Iraq invadeva il Kuwait, scatenando la reazione internazionale e dando il via alla cosiddetta prima guerra del golfo. Le quattro imbarcazioni erano state messe sotto sequestro e gli equipaggi costretti a vivere a bordo per tutta la durata del conflitto: una situazione alquanto singolare se si considera che in pratica, le navi ferme alla Spezia costituivano il grosso della flotta militare del paese. Terminato il primo conflitto, le imbarcazioni sono rimaste in Italia per effetto dell'embargo contro Baghdad, ma due hanno lasciato il porto della Spezia, dove sono ancora ancorate le due più piccole.
Più volte nel corso degli anni si è parlato di rimpatrio. L'ultima dichiarazione al riguardo è di sabato scorso: in occasione del giuramento degli Allievi dell'Accademia navale di Livorno il ministro della difesa Antonio Martino ha dichiarato : “L'Italia consegnerà presto, appena conclusi i lavori di ripristino, le due corvette costruite oltre 15 anni fa per la Marina irachena e bloccate nel porto di La Spezia a causa dell'embargo dell'Onu”.
Per i lavori di ripristino, ha aggiunto inoltre Martino ci sono già due progetti, entrambi di costo sopportabile. Non resta che scoprire dove e a cura di chi saranno realizzati i lavori e se verranno portati a termine prima che un nuovo conflitto impedisca la consegna delle navi.