La Spezia -
Per la bonifica totale della discarica militare di “Campo in ferro”, nell'Arsenale militare della Spezia, si dovranno trovare altri fondi, che potrebbero servire anche a creare una barriera per isolare l'area e prevenire un'ulteriore inquinamento del mare, già segnato dalle conseguenze del caso Pitelli. Materiali militari di ogni tipo erano stati accumulati per decine di anni sui 26mila metri quadrati interni all'arsenale: si va da residui di strutture in amianto a materiali pregiati in attesa di vendita, fino ai cosiddetti “occhi di gatto”, componenti pericolosi per le radiazioni ionizzanti emanate. Per l'eliminazione dei cumuli rimossi dall'area si aspetta adesso il via dalla magistratura ordinaria, mentre sta per iniziare la fase più delicata, ovvero la bonifica del sottosuolo, dove l'analisi del Prof. Luigi Boeri dell'Università di Genova, incaricato dal Procuratore della repubblica Rodolfo Attinà, aveva evidenziato la presenza di sostanze tossiche. Dopo le operazioni di carotaggio e le ulteriori analisi predisposte in questi giorni, il prossimo passo sarà la spianata dell'area, prima di procedere alla bonifica del sottosuolo. Fino ad ora il costo della messa in sicurezza è stato per la Marina Militare di un milione di euro. |