Nicaragua -
C'è una America, che svolta a destra, quella degli Stati Uniti e c'è una altra America, quella centro-meridionale, che continua a vedere l'affermazione di forze di sinistra. Dopo la vittoria la scorsa settimana in Uruguay di Tabare' Vazquez del Frente amplio tocca al FSLN in Nicaragua. Il Partito dell'ex Presidente Daniel Ortega, che sembrava essere ormai avviato al declino dopo la sconfitta alle Presidenziali del 2001, ha inferto un duro colpo al partito liberale (APRE) del Presidente Enrique Bolanos e alla destra del PLC (Partito liberal costituzionalista).
Ai Sandinisti, secondo le prime proiezioni andrebbero 90 comuni, contro i 52 che deteneva nel 2000 e 15 dei 17 dipartimenti. Il dato più significativo, però, sarebbe il riconoscimento del dato nazionale pari a oltre il 44% dei voti , ampiamente oltre il risultato del PLC che si ferma al 34%.
Il Frente Sandinista beneificia, sicuramente dell'immagine di corruzione fornita dagli altri due principali partiti. Si pensi che il leader della destra sta scontando in carcere una condanna per frode allo Stato mentre il Presidente Bolanos, oltre ad essere accusato, nemmeno troppo velatamente, di ricevere soldi dagli USA ha visto alcuni suoi uomini coinvolti in processi per corruzione. Il problema della corruzione è , in realtà, un problema generale della politica Nicaraguense in un paese, che, viene considerato, dopo Haiti, il più povero del continente. Rimane forte la dipendenza dagli Usa, che hanno imposto a Managua l'adesione ad un trattato commerciale – il CAFTA – che penalizza l'economia Nicaraguense.
Il Fronte Sandinista ha tratto vantaggio dall'incapacità dei liberali di risolvere i problemi del paese, ma se si vuole presentare con forza come alternativa nel 2006, alle elezioni presidenziali dovrà probabilemte lavorare ancora molto per ribaltare il clima di sfiducia che ha portato, anche in queste elezioni, ad una astensione del 50%. |