Carrara -
Nella gestione dei rifiuti “dovremmo seguire un ciclo virtuoso, che è quello della raccolta differenziata, in primo luogo, della riduzione e poi del riciclaggio e, infine, del riuso. In questi ciclo virtuoso bisogna tener presente che, in determinate circostanze, come ultima scelta c'è quella degli impianti, si tratti di discariche o di termovalorizzatori ”. E' questa l'opinione di Piero Baronti, Presidente di Legambiente Toscana.“Quando si parla di termovalorizzatori – aggiunge Baronti – si deve dire che, in Toscana, ce ne sono molti ed in realtà se ne possono fare di meno, facendo delle integrazioni tra i vari piani di ATO ( ambito territoriale ottimale ndr) facendo degli accordi tra le varie province. Se è vero, infatti, che gli inceneritori di cosiddetta ultima generazione fanno meno male, sono comunque sempre inquinanti. Bisogna ,quindi, fare una politica di riduzione del danno“ Un numero troppo alto di inceneritori significa, secondo Legambiente, anche rinunciare alla raccolta differenziata, infatti a quel punto gli impianti per poter funzionare avrebbero bisogno di molti rifiuti. Se, invece, si riesce a sviluppare al massimo la raccolta differenziata, in percentuali ben superiori a quelle fino ad oggi praticate dai vari comuni, gli impianti sono accettabili. Siano essi termovalorizzatori o discariche. Secondo Baronti anche le discariche, sono, oggi, a minor impatto ambientale e soprattutto ce ne sono molte meno. In questo i piano provinciali dei rifiuti stanno ottendendo uno degli obiettivi previsti dal Decreto Ronchi , cioè il superamento delle discariche. Resta da parte degli Enti locali una incapacità complessiva di conseguire obiettivi apprezzabili e anche di controllare spesso la gestione dei rifiuti. Questo a livello ambientale è uno dei temi più difficili. E quando si parla di partecipazione, questo sarebbe, ha concluso Piero Baronti, uno dei terreni da cui cominciare.
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