La Spezia -
Ai cantieri San Marco della Spezia da lunedì 3 gennaio 2005 scatterà la cassa integrazione straordinaria per 50 dipendenti sugli attuali 112. Dopo le mobilitazioni e gli scioperi degli ultimi anni, lo scorso settembre si era già arrivati alla cassa Integrazione ordinaria, per sopperire alle evidenti difficoltà che avevano già portato alla riduzione dei personale. Il nuovo ammortizzatore sociale, se sottoscritto dal governo, porterà con se una riorganizzazione complessiva e la possibilità di ricollocazione del personale in esubero. La situazione alla San Marco si è aggravata dopo la mancata acquisizione della commessa per la costruzione di due gasiere per conto della Cyrofin di Milano, i cui lavori avrebbero dovuto cominciare ironicamente proprio all'inizio del 2005. Il Verbale d'accordo della CIS è stato firmato in Assindustria dal Presidente San Marco Gabriele Calderan,dal direttore personale Giovanni Lambrosa, dai rappresentanti dei Sindacati confederali di categoria, alla presenza delle RSU. Secondo la direzione la crisi sarebbe da addebitare fin dall'inizio alla crisi del settore navalmeccanico e dalla ciclopica ristrutturazione del cantiere, secondo una previsione sbagliata che vedeva il mercato in espansione della navalmeccanica. Le RSU sostengono invece che ci sarebbe stato grande disinteresse da parte della proprietà, la famiglia italo-venezuelana Calderan, come testimonia anche la mobilitazione, lo scorso autunno, delle istituzioni locali che, per le possibilità di sviluppo e occupazione, avevano scomodato per San Marco addirittura una variazione sul piano urbanistico, per far spazio alle nuove strutture. La direzione provvederà a questo punto a richiedere l'emanazione del decreto interministeriale di riconoscimento della situazione di crisi. Alla fine dell'anno di Cassa Integrazione Straordinaria ci saranno incontri con le organizzazioni sindacali per trovare in extremis delle soluzioni per chi resta fuori dal'outplacement, ovvero della ricollocazione di cui sopra; altrimenti per loro ci sarà la messa in mobilità e poi il licenziamento. |