La Spezia -
Negli ultimi mesi, a cavallo fra lo scorso anno e il 2004, a La Spezia si è risollevato il dibattito sulla legittimità di una così larga presenza militare nella città ligure: nella fattispecie sono state prese in esame alcune aree tra cui il poligono di tiro, l'ospedale militare e una parte dell'arsenale. Per tali siti sono state proposte alternative civili o si è comunque messo in evidenza il degrado e il mancato utilizzo delle stesse, in parte o in toto. Questa posizione è stata tenuta, oltre che da singole forze politiche, dagli stessi enti locali, anche se da più parti è arrivata l'accusa di scarsa incisività di tali richieste. Le varie opinioni espresse a vari livelli istituzionali ci hanno confermato che, a complicare un'eventuale excursus delle amministrazioni teso al recupero di queste aree, c'è lo status di centro strategico Nato, assunto da La Spezia nel 1998. Il dibattito non si è però infuocato, come poteva ragionevolmente accadere, quando l' Ammiraglio Manlio Galliccia, Comandante in Capo del Dipartimento Militare Marittimo dell'Alto Tirreno, ha difeso dalle pagine di un noto quotidiano locale la totalità delle istallazioni militari a La Spezia, ribadendone la necessità e rilanciando per il futuro un non meglio precisato numero di progetti legati alle future mansioni della base militare di La Spezia.
Quasi a confermare questa direzione anche a livello di sviluppo industriale, si parla oggi dell'esito positivo degli incontri tra il Presidente della Provincia di La Spezia Giuseppe Ricciardi e del Sindaco Giorgio Pagano con il Presidente di Finmeccanica Francesco Guadaglini e con l'amministratore delegato di Fincantieri Giuseppe Bono: forti rassicurazioni sono infatti arrivate per il futuro di Otomelara, dell'azienda per la produzione di missili MBDA e del cantiere del Muggiano, ritenuto dalla stessa Fincantieri il punto di forza della società nelle costruzioni militari. In aggiunta a questo, per MBDA e Muggiano è stata auspicato un rafforzamento dei rapporti con la Marina Militare italiana. Chiaro è che un'associazione diretta tra questi movimenti a livello industriale e le ipotesi di allargamento e specializzazione del ruolo militare a La Spezia non costituisce da sola un'equazione perfetta, ma è comunque facilmente riconoscibile una embrionale tendenza in questa direzione, che dovrà far riflettere nei prossimi mesi tutti quelle forze che fino ad oggi hanno auspicato un recupero in senso civile per la città. |