Carrara -
È stata inaugurata sabato 5 maggio, presso il Centro Internazionale delle Arti Plastiche di Carrara, la mostra “Pietro Tacca. Carrara, la Toscana, le grandi corti europee”. L’esposizione, rientra nell’ambito della XII Biennale Internazionale di Scultura e rappresenta il primo evento interamente dedicato all’artista carrarese, da tempo ormai ingiustamente caduto nell’oblio.
Se, infatti, Tacca fu enormemente valutato in vita e fino alla fine del 1800, lo spirito romantico e individualista che la cultura e l’arte europee assunsero in seguito, privilegiò figure artiste più individualiste non chi, come Tacca e molti suoi contemporanei, aveva passato la vita in bottega, assegnando maggior valore all’opera che all’individuo. Nonostante questo - come ha ricordato ai microfoni di Contatto Radio Franca Falletti, direttrice della Galleria dell’Accademia di Firenze, nonché curatrice della mostra - nel caso del Tacca, “non possiamo non renderci conto del distacco enorme esistente fra maestro e allievo, nel senso della novità e della modernità.”
Per quanto riguarda invece la decisione di inserire un artista come Tacca, che opera per lo più in epoca seicentesca, all’interno di un evento, come quello della Biennale, che si dedica principalmente all’arte contemporanea, la necessità deriva, secondo Bruno Corà - curatore della XII Biennale – dall’esigenza “di abbandonare un atteggiamento prettamente storicistico, per scoprire la contemporaneità dell’arte, che non sopporta limitazioni temporali e si sottrae ad una concezione cronologica lineare”. |