Lo scheletrone della Palmaria - il rudere di una tentata speculazione edilizia che deturpa da decenni l’isola di fronte a Portovenere - torna a far parlare di sé. In un convegno organizzato a Roma da Legambiente, nel contesto di park Life la fiera dei parchi italiani, è stato stilato l’elenco dei principali ecomostri costruiti sulle coste italiane. Lo scheletrone è uno di questi: 10mila metri cubi di cemento che da più di trent’anni incombono sul paesaggio della rada di Portovenere. L’obiettivo lanciato dall’organizzazione ambientalista è l’abbattimento di questi scempi nel giro di un anno. Obiettivo quanto mai difficile da realizzare, benché per il rudere della Palmaria siano già pronti i finanziamenti per la demolizione. Si dovrà superare però l’ostacolo della proprietà privata dell’area.
Intanto, proprio nel centro storico di Portovenere, un nuovo caso di degrado edilizio e paesaggistico è dato dall’Hotel San Pietro, da almeno quindici anni in fase di ristrutturazione. Dietro questi tempi biblici c’è probabilmente un disaccordo tra la proprietà e il comune sulla destinazione urbanistica dell’immobile: mentre il Comune insiste per mantenere l’edificio nella destinazione originaria di albergo di lusso, i proprietari vorrebbero farne miniappartamenti.
Il risultato è il perenne transennamento della passeggiata a mare e una porzione del centro del vecchio borgo ridotta a un cantiere abbandonato, con evidenti danni paesaggistici e anche di igiene ambientale.
& Come Legambiente – ha dichiarato Paolo Varrella – chiediamo che l’Hotel san Pietro venga incluso nell’elenco degli ecomostri, e abbiamo sollecitato più volte l’amministra comunale di Portovene a intervenire per impedire ogni speculazione e perché venga rispettata la destinazione alberghiera dell’edificio”