Sciopero di due ore questa mattina nello stabilimento Fincantieri della Spezia. Indetto dalla RSU e dai sindacati confederali, lo sciopero ha visto una forte adesione di lavoratori che hanno anche organizzato un corteo interno alla fabbrica. E’ la seconda agitazione sindacale in un mese nei cantieri navali del Muggiano, segno che l’inquietudine per il futuro occupazionale dei lavoratori investe anche una delle più solide realtà produttive della città, da sempre legata alle commesse della Marina Militare italiana e quindi creduta lontana da ogni possibile crisi.
Ciò che preoccupa di più i sindacati è il massiccio ricorso agli appalti da parte della direzione aziendale; sempre più spesso, anche quando le competenze dei dipendenti sarebbero tali da permettere l’esecuzione dei lavori, l’azienda ricorre a ditte esterne. Ad esempio, è stato appaltata la costruzione dell’intero scafo di una nuova imbarcazione, sembra a una impresa romena.
Il motivo, dice Stefano Bettalli della Fiom, è puramente economico: i lavoratori delle ditte esterne costano meno, soprattutto quelli stranieri. Inoltre, l’azienda così riesce a gestire meglio improvvisi aumenti del carico di lavoro o viceversa crisi legate al vinir meno di una commessa. Il modello che emerge, sostiene il sindacalista, vede gran parte del lavoro affidato all’esterno, in condizioni di massima precarietà e di sfruttamento dei lavoratori. Un modello che va arginato prima che si imponga anche nei cantieri del Muggiano.
Di fronte alla scarsa disponibilità al confronto della direzione aziendale - un incontro tra sindacati e responsabili della Fincantieri, che si doveva tenere pochi giorni fa è stato bruscamente rinviato - la Fiom non esclude il ricorso ad eventuali altre azioni di lotta, comunque ancora tutte da decidere.
Fabio Nardini