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  Prosegue alla Spezia la discussione sulle coppie di fatto
All'indomani della presentazione dei "Dico", l'assessore Carosi si impegna a istituire un registro delle unioni civili
La Spezia - La discussione sulle coppie di fatto è approdata anche alla Spezia. Attraverso la delibera proposta dall’assessore Massimo Carosi il comune dovrà impegnarsi a istituire un registro delle unioni civili: coloro che potranno chiedere l’iscrizione in questo registro sono persone maggiorenni, senza distinzioni di sesso, che convivono stabilmente sulla base di vincoli affettivi e di solidarietà materiale e morale reciproca. questa formula non è nuova Si tratta di un istituto adottato già da più di venti comuni italiani – il primo è stato Empoli nel 1993, poi sono seguiti Firenze, Torino, Ferrara, Arezzo e molti altri; questo registro non è altro che una prima forma di riconoscimento per legami affettivi e progetti di vita che fuoriescono dalla famiglia tradizionale fondata sul matrimonio.
Ma in pratica che cosa cambierà per le coppie conviventi che sceglieranno di registrarsi? Si tratta - come sottolinea lo stesso Massimo Carosi - di un atto di valore principalmente politico, una pressione sul legislatore nazionale perché dia pari dignità alle coppie di fatto. Ma non mancheranno gli effetti pratici, anche se la delibera comunale non potrà certo modificare la legge nazionale. Il Comune infatti si impegnerà, nell’ambito delle proprie competenze, a riconoscere alle unioni civili l’accesso agli stessi benefici e opportunità delle coppie sposate. Si pensi, ad esempio, ai bandi per l’assegnazione degli alloggi comunali.
Benefici minimi, quasi scontati nella società di oggi, che però incontrano ancora una resistenza accanita, come provano non soltanto l’iter travagliato delle proposte di legge a livello nazionale ma anche le reazioni di esponenti della destra spezzina. Il consigliere di Forza Italia Morgillo, in un comunicato stampa, parla ad esempio di “operazione di propaganda comunista”.
Eppure come nota Alessandra Alessandri dell’ARCI, la società sembra aver accettato senza alcun trauma il cambiamento: le convivenze sono sempre più diffuse, e non solo tra i giovani. Anche molte coppie di anziani non sentono più la necessità di sancire la loro unione col vincolo del matrimonio. Le stesse unioni omosessuali destano sempre meno scandalo.
In termini di diritti, quindi, la società è molto più avanti della maggior parte delle forze politiche, ancora subordinate alla parte più retriva della Chiesa cattolica.
Katia Lagalante

Ultimo aggiornamento ore 19:42 del 10.02.07 | redazione
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