“Abbiamo aspettato cinque anni e crediamo di avere il diritto a una risposta definitiva. Pensavamo che il programma dell'Unione fosse un impegno con gli elettori, in tutte le sue parti, compresa la pagina 77, quella che prevede l'istituzione di una commissione parlamentare d'inchiesta sui fatti del G8 di Genova.
Pare che per alcune forze politiche non sia così. Siamo disposti a prenderne atto. Ma sia chiaro che, a quel punto, si sarà deciso di avallare l'irresponsabile copertura politica assicurata in questi anni dal passato governo alle sospensione dello stato di diritto attuata a Genova nel luglio di cinque anni fa.Amnesty International ha definito quelle giornate come la più grave negazione di massa dei diritti civili avvenuta in Europa nel dopoguerra: se anche l'Unione rinuncerà a condannare gli abusi compiuti e a indagare fino in fondo sulle responsabilità politiche e amministrative di quanto avvenuto, l'intero ceto politico italiano si assumerà la responsabilità, di fronte all'Europa e al mondo, di accettare quasi senza fiatare che si commettano violenze e abusi come quelli compiuti alla Diaz, a Bolzaneto, in piazza Alimonda, nelle strade di Genova.
I fatti del G8 hanno scavato un solco profondissimo fra la società civile e le forze dell'ordine, fra la Costituzione scritta e quella praticata. C'è un solo modo per colmare questo fossato in cui si è inabissata la nostra democrazia: fare chiarezza a tutti i livelli, senza timori, e nella convizione che solo con la trasparenza si può riacquistare la fiducia dei cittadini.”
Genova, 14 settembre 2006