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  Informazione: accesso e divulgazione sempre più a rischio
Aumentano, di pari passo con i conflitti, i soprusi fatti ai danni dell' informazione e dei suoi operatori. Secondo Rsf solo nei primi otto mesi di quest'anno 59 giornalsti sono stati uccisi, 136 sono imprigionati e con loro anche 57 cybernauti. A loro si aggiungono i giornalisti rapiti o scomparsi in tutto il mondo.
Roma - Tra i governi che la fanno da padrona nella dittatura contro il diritto di parola ci sono Cina (con 32 prigionieri ufficilai) e Cuba, con 23 giornalisti imprigionati. Mentre per la classifica di Reporter Senza Frontiere gli Stati Uniti registrano un solo un caso: quello di Sami Al-Haj di Al-Jazira. Anche per chi vuole informare su internet i tempi sono duri, la Cina ne ha attualmete incarcerati 57, Vietnam, Siria ed Iran hanno almeno due cybernauti nelle loro galere, mentre la Tunisia continua a trattenere in carcere l'avvocato Mohammed Abbou per aver criticato il governo con un articolo su di un sito d'informazione indipendente.Rsf ha lanciato una petizione -che potrete sottoscrive su rsf.org- per invitare il governo del Turkmenistan a liberare immediatamente Annakurban Amanklytchev che per aver aiutato una giornalista francese nella realizzazione di un reportage sul Turkmenistan per la rete France2, è stato accusato di spionaggio, incarcerato, torturato per più settimane e detenuto in luogo segreto. Stanno subendo forti ripercussioni anche molti suoi familiari. Come sempre, il più grande rischio per Annakurban, come per tutti i prigionieri, è quello di cadere nel dimenticatoio mediatico.I giornalisti non devono fare solo i conti con governi poco inclini alla libertà d'informazione, ma anche con organizzazioni terroristiche che, seguendo un copione già scritto in Iraq, rapiscono le persone che rinunciando al giornalismo da scrivania andando di persona nei punti caldi del mondo. Sorte capitata recentemente anche all'operatore nezolandese Olaf Wiig, rapito insieme al corrispondente della Fox, lo statunitense Steve Centanni nel luogo dove si sta combattendo una delle tante guerre di cui non si deve parlare: la Striscia di Gaza che si trova sotto il fuoco dell'operazione israeliana “pioggia d'estate”, avviata ufficialmente per recuperare il soldato Gilad Shalit, rapito da miliziani palestinesi il 25 giugno.Nell'operazione “pioggia d'estate” forti sono le accuse dell'utilizzo di armi non convenzinali durante i bombardamenti nella Striscia che hanno provocato quasi 200 vittime. Alcune di queste sono state trovate morte a causa di agenti chimici o metalli incendiari. Ma complice anche l'assenza di giornalisti sul campo di questa guerra poco o nulla sappiamo. Da www.amisnet.org

Ultimo aggiornamento ore 00:50 del 27.08.06 | redazione
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