Bruxelles -
Le differenti regolamentazioni nazionali sui media, hanno dato vita infatti ad una moltitudine realtà e varietà d'approcci riguardo alla legislazone e del terzo settore dell'informazione. Ed è questa una delle cause principali del perchè il ruolo dei media comunitari in Europa è ancora, in larga parte, da definire.
La regolamentazione differente, non ha però impedito ai media comunitari europei e non solo, di ritrovarsi attorno a pochi -ma buoni!- punti d'incotro, impegni che vanno dalla promozione della libertà di parola e del pluralismo dei media, a garantire l'accesso dell'informazione senza discriminazioni. Ancora: la promozione delle differenze culturali, una ragione sociale no profit, automia finanziaria, trasparenza nelle strutture e nel lavoro e la promozione degli studi sui fenomeni dei media contemporanei. Il tutto per garantire al terzo settore dell'informazione l'importante ruolo di alternativa alle corporazioni dei media, sia commerciali che pubblici.
L'aggregazione dei media comunitari europei ha registrato importanti tappe; dal riconoscimento comunitario delle loro specificità -che ha permesso la presentazione di presentare emendamenti per la direttiva “Televisone senza frontiere” l'unica direttiva europea che riguarda il ruolo comune dei media nei 25 paesi in allegato- alla stipulazione del Manifesto dei media multiculturali nel 2004.
L'incontro di Bruxelles del 9 e 12 luglio 2006 è il primo così largo e partecipato -in allegato il programma. Quasi 50 i partecipanti da 12 paesi diversi -dall'Iralnda all'Ungheria- che rappresentano radio, carta stampata, televisioni, siti internet e quant'altro comprenda il panorama dei media no profit. Organizzano il CMFE Community media forum Europe e l'AMARC, l'associazione mondiale delle radio comunitarie, con il patrocinio della GUE, la sinistra eunita europea.
La giornata più interessante si prospetta quella dell'undici luglio, quando ci sarà una tavola rotonda dal titolo "Rimuovere gli ostacoli dei media comunitari in Europa”, un confronto tra media indipendenti per discutere sulle varie legislazioni nazionali e le prospettive europee. Nei quattro giorni a Bruxelles sono previsti incontri con funzionari dell'esecutivo europeo, la Commissione, e del Parlamento europeo.
da amisnet.org |