Mentre le unità navali e le squadre di sommozzatori continuano a sorvegliare il relitto della Margaret, la nave che da sabato scorso giace riversa su un fianco nel braccio di mare di fronte alla Spezia, si cominciano a sentire i primi effetti del naufragio sull’economia della città. Ad essere colpito per ora è soprattutto il settore della mitilicoltura, un comparto produttivo tradizionale per La Spezia che dà lavoro a oltre ottanta persone. I molluschi infatti sono particolarmente sensibili all’inquinamento dell’acqua marina e di conseguenza - in attesa di analisi più approfondite sulle condizioni ambientali del golfo - le stesse cooperative di mitilicoltori, in accordo con l’Asl, hanno deciso come misura precauzionale di sospendere la vendita del prodotto, dichiarando che torneranno sul mercato solo quando sarà certa l’assenza di sostanze inquinanti nei mitili. L’Arpal dovrebbe terminare il monitoraggio entro pochi giorni e se i risultati sono quelli sperati, già dalla prossima settimana i “muscoli” spezzini potranno tornare in tavola. Ancora non è sicuro se e chi interverrà a sostegno delle cooperative danneggiate, anche considerato che la responsabilità del naufragio è di soggetto privato, la società proprietaria della nave.
Nessuna importante novità invece per quanto riguarda il recupero delle ingenti quantità di gasolio e olio lubrificante contenute all’interno della nave; le condizioni climatiche sfavorevoli e il continuo movimento del relitto impediscono ai battelli antinquinamento di svuotare i serbatoi. E’ stato invece in gran parte recuperato il carburante fuoriuscito in mare.
In una lettera indirizzata al Prefetto, Legambiente, nel complimentarsi per il buon andamento delle operazioni di soccorso, ricorda come solo la tempestività degli interventi di protezione ambientale può evitare il rischio di disastri ecologici di grandi proporzioni.