Il bene acqua come un diritto per tutti i cittadini, la campagna per la ri-pubblicizzazione delle risorse idriche, l'esperienza degli Ato e il ruolo della Acea nella gestione dei servizi idrici locali, in Italia e all'estero: questi sono solo alcuni dei temi al centro dell'incontro dibattito sul “ben-acqua” organizzato questo pomeriggio nella Sala di Rappresentanza del Comune di Carrara dalla Rete dei Movimenti Toscana e dal Forum Acqua Massa Carrara. Tanti gli ospiti dell'iniziativa, da Emilio Molinari - Presidente del Contratto Mondiale Acqua – a Luca Martinelli - dell'associazione Mani Tese di Lucca, di ritorno dal Forum Acqua dell’Honduras – passando per Tommaso Paniganda - del Tavolo Toscana Acqua – tanto per citare solo alcuni interlocutori, trovatisi tutti d'accordo nel sottolineare l'importanza della risorsa acqua come un bene di cui tutti i cittadini del mondo hanno diritto.
Un'iniziativa che non poteva non toccare il caso-Gaia e le numerose polemiche ad esso correlate: “Noi da anni sosteniamo che con questo piano d'ambito, con questi mutui, con questa struttura e senza Lucca, quest'azienda è destinata al fallimento” ha spiegato ai microfoni di ContattoRadio Tommaso Paniganda, del Tavolo Toscana Acqua, sottolineando come dal prossimo 1 gennaio, il primo partner privato per la gestione del servizio idrico di Lucca sarà la società Acea, che anche l'azionista di riferimento della regione Toscana.
Un nome, quello di Acea, che è tornato nell'intervento di Luca Martinelli, dell'associazione Mani Tese di Lucca: “La nostra associazione sta cercando di fare luce su quali sono le conseguenze degli investimenti esteri di questa società – ha detto Martinelli - l'unica multinazionale dell'acqua italiana, presente in tutti comuni del nostro paese ma anche in Honduras, dove gestisce l'acquedotto del principale centro industriale dello stato”.
“Vogliamo tutelare la natura interamente pubblica del servizio idrico, in Italia e nel mondo”, ha dichiarato Emilio Molinari, riassumendo in estrema sintesi l'obiettivo principale individuato da tutti gli interlocutori a cui però il Presidente del Contratto Mondiale dell'Acqua ha aggiunto la sua dura valutazione sull'operato degli amministratori locali: “Quello che noi respingiamo è che i funzionari che hanno amministrato male, oggi tendono a privatizzare: chi non è capace di gestire la cosa pubblica, non deve svendere ai privati – perché questi tutelano i loro interessi - ma deve andare a casa”.
Quello che è emerso è che negli anni passati la tendenza in molte regioni, dalla Toscana all'Emilia Romagna, passando per il Lazio è stata alla “mercificazione dell'acqua” un processo assolutamente slegato dell'orientamento politico delle varie amministrazioni: oggi il processo sembra essersi fermato, come lascia sperare il caso della Lombardia, dove le istituzioni hanno aperto un tavolo di confronto con il Contratto Mondiale dell'Acqua e la società civile, fortunatamente sempre più attenta e consapevole sul tema.