La Margaret si muove verso il mare aperto: è questa la preoccupante notizia che i sommozzatori della Guardia costiera hanno portato alla Capitaneria di Porto questa mattina, al termine della loro ricognizione sul relitto, che giace ad oggi a 10 metri di profondità. A causare il movimento sono le correnti di fondo e il moto ondoso: il rischio è quello che la capitaneria non riesca a svuotare lo scafo in tempo e che gli 85 mila litri di diesel oil e carburante contenuti nei serbatoi si disperdano in mare aperto, causando un disastro ambientale di proporzioni immani. Per tentare di limitare i danni la Castalia – la società italiana di ecologia marina - ha circondato lo specchio d'acqua attorno alla nave con le panne oceaniche galleggianti: sul posto sono già attivi 7 mezzi anti-inquinamento del ministero dell'Ambiente – arrivati alla spezia già nella giornata di sabato, all'indomani dell'incidente - che hanno provveduto a recuperare fino ad ora 200 metri cubi di miscela oleosa.
Nel frattempo l'armatore nonché proprietario della nave, il georgiano Nazade Tamaz e' stato diffidato e sollecitato ad avviare le procedure di rimozione dello scafo nonché a provvedere immediatamente alle operazioni di bonifica dell'area del porto. Se Tamaz non interverrà entro una settimana, lo Stato Italiano si accollerà i lavori, rivalendosi poi in un secondo momento sull'armatore georgiano.
È partito intanto da parte della Asl della Spezia il divieto di coltivazione e raccolta dei mitili nel golfo: i lavoratori del settore sono ovviamente molto preoccupati, alla luce delle conseguenze che l'incidente potrebbe avere sulla loro attività. Per questo motivo, è in corso mentre vi scriviamo una riunione tra le associazioni di mitilicoltori spezzini.
Intanto il Senatore Lorenzo Forcieri (Ds) ha annunciato un'interrogazione urgente ai Ministeri del Trasporto e dell'Ambiente sul caso della Margaret, chiedendo lo stato di calamità nel momento in cui si verificasse la temuta e copiosa fuoriuscita di carburante.