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  Naufragio Margaret: continua il monitoraggio
La nave è ancora piena di carburante e il rischio per l'ambiente resta alto. Il mercantile era già stato fermato a Livorno per le sue cattive condizioni
La Spezia - Continua il lavoro intorno alla "Margaret", la nave naufragata all'alba di sabato scorso di fronte alla
diga foranea della Spezia. Dopo il fortunoso salvataggio dei tredici georgiani membri dell'equipaggio, che questa mattina sono stati visitati dal console del loro paese nel convento di Porta Castellazzo presso il quale si trovano ospiti, il problema adesso è quello di evitare che il carburante della nave fuoriesca dai serbatoi e si disperda in mare. Finora, solo una piccola parte del gasolio presente a bordo, ben 85mila litri in tutto, è andata ad inquinare le acque del golfo e le cisterne della nave non sembrano correre il rischio di rompersi, almeno nell'immediato, visto che il relitto giace su un fondale sabbioso. Ma certamente una simile quantità di carburante a breve distanza dalle coste costituisce una vera e propria bomba a orologeria per l'ecosistema di una zona ad altissimo valore ambientale. Per questa ragione, i tecnici delle squadre antinquinamento stanno facendo il possibile per monitorare il relitto, un'operazione preliminare a qualsiasi forma di intervento. Purtroppo, le condizioni meteorologiche sono ancora pessime. Vento e mare agitato, insieme all'acqua torbida che riduce quasi a zero la visibilità, hanno messo in difficoltà i subacquei che si sono tuffati in mare intorno alla carcassa della "Margaret". In questo momento, perciò, la situazione è stazionaria. Ridotte macchie oleose sono presenti nel Golfo, soprattutto nella zona di levante, ma non c'è fuoriuscita di altro materiale inquinante. Le unità del Ministero dell'Ambiente, che potrebbero aspirare l'intero contributo dei serbatoi della nave, non possono però entrare in azione finché l'ispezione del relitto non sarà completata. E' ancora tutta da chiarire, infine, la dinamica dell'incidente che ha portato la "Margaret" a schiantarsi contro la diga della Spezia. Bloccata soltanto un mese fa nel porto di Livorno, la nave georgiana aveva ottenuto il permesso di riprendere la navigazione ma con precise restrizioni. Insomma, una nave a rischio, una delle tante che continuano a solcare i mari mettendo in pericolo l'ambiente e la vita di chi su quelle navi ci lavora.

Ultimo aggiornamento ore 18:59 del 05.12.05 | redazione
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