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  Paura in mare alla Spezia
Pericoloso impatto tra una nave e la diga foranea. La causa contingente è legata al maltempo ma, come ha sottolineato Legambiente, le condizioni dell'imbarcazione non erano certo ottimali
La Spezia - Grave incidente navale nelle acque antistanti La Spezia: il forte vento e il mare molto agitato hanno infatti causato una collisione tra una nave battente bandiera georgiana e la diga foranea del porto spezzino. Fortunatamente non si sono registrati danni gravi alle persone e tutti e 13  i membri dell'equipaggio sono stati tratti in salvo. Intanto dai primi accertamenti è emerso che l'impatto con gli scogli ha causato l'apertura di una grossa falla nella chiglia della nave, ora appoggiata sul fondo vicino ad un grande impianto di mitilicoltura. Nonostante le cattive condizioni meteo, allo stato attuale sembra scongiurato il rischio ambientale derivato dalla fuoriuscita di carburante.

Intanto è stato diffuso il comunicato ufficiale di Legambiente La Spezia: "Per fortuna pare non ci sia stato lo sversamento a mare di carburante che noi tutti temevamo - commenta il Presidente del Circolo Nuova Ecologia Paolo Varrella - anche se c'è un problema legato alla qualità del naviglio che solca i mari del Mediterraneo che non può più essere trascurato."
Effetivamente le notizie di navi ferme nel porto spezzino per mancanza di sicurezza nella navigazione non sono una novità e, secondo l'associazione ambientalista, non è pensabile che una nave (pare vecchia di 30 anni) resti alla fonda fuori diga con un fortunale di scirocco.
"Qualsiasi nave lasciata in simili condizioni diventa una potenziale catastrofe – aggiunge Varrella - ci auguriamo che un'inchiesta chiarisca le cause dell'incidente e che il Ministero dell'Ambiente restringa maggiormente il campo alle navi che non garantiscono i livelli minimi di sicurezza."
 
L'associaizione ambientalista richiama infine l'attenzione sulla necessità di prestare maggiore cura e attenzione per il Golfo dei Poeti: "Il nostro territorio - conclude infine Legambiente - sarà purtroppo sempre più esposto a simili rischi se non si decide di invertire rotta e puntare decisamente su un modello di sviluppo compatibile con la delicatezza del sito in questione che, lo ricordiamo, è circondato da tre parchi regionali e nazionali, oltre che da un sito Unesco".


Ultimo aggiornamento ore 14:53 del 03.12.05 | redazione
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