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San Giorgio senza marchio
È arrivata la notizia che tutti temevano: la Elco Brandt ha vinto il contenzioso sulla storica griffe degli elettrodomestici e ora si teme fortemente per il rinnovo della cassa integrazione
La Spezia -
Una nuova doccia fredda per i lavoratori della San Giorgio della Spezia. I giudici hanno infatti interdetto alla società Sofispe, proprietaria dell'azienda, l'uso del marchio San Giorgio utilizzato per commercializzare in Italia le lavatrici prodotte nello stabilimento spezzino. Privata di un logo conosciuto e apprezzato dai consumatori, le sorti dell'azienda sembrano adesso legate a un filo. La vicenda risale al 2002 quando il marchio San Giorgio veniva attribuito, in licenza d'uso, alla proprietà dello stabilimento di La Spezia, cioè alla Sofispe amministrata da Giorgio Povesi. Ora però la multinazionale Elco Brandt, lamentando irregolarità e abusi nell'uso del marchio, ne è rientrata in possesso. Gli avvocati della Sofispe hanno chiesto che la decisione del giudice resti sospesa, almeno in attesa di un ricorso in appello che quasi certamente verrà presentato dalla società spezzina. "Le conseguenze per la situazione occupazionale alla San Giorgio sono senz'altro negative - dice Fabrizio Natale della Fiom - Attualmente su 240 dipendenti quasi 160 sono in Cassa integrazione straordinaria, che però scade il 5 febbraio prossimo. Dopo, i lavoratori finiranno in mobilità. Il sindacato ha chiesto una proroga della Cassa integrazione, che può essere concessa solo in presenza di un serio piano di rilancio. Venendo a mancare il marchio, l'azienda è più debole e anche le probabilità che la proroga venga concessa diminuiscono drasticamente. Chiediamo perciò che la proprietà intanto difenda in sede legale l'uso del marchio, e che comunque presenti al più presto un piano industriale credibile". Anche Graziano Leonardi della Rsu San Giorgio esprime timori per il futuro dei lavoratori. "Abbiamo saputo questa notizia dai giornali e naturalmente ci sono stati subito dubbi e perplessità. Come RSU chiediamo immediatamente un incontro con la proprietà e anche con gli enti locali per verificare l'impegno di tutti a difendere l'occupazione nella nostra città".Servizio del nostro corrispondente dalla Spezia Fabio Nardini.
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Ultimo aggiornamento ore
20:13 del 28.11.05 | redazione
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