Nuova emergenza ambientale a Carrara: dopo l'alluvione e il caso rifiuti, questa volta a gettare nello scompiglio la città sono i livelli di pm10, le polveri sottili responsabili dell'inquinamento atmosferico. Dal primo ottobre fino al 10 novembre – vale a dire nell'arco di una quarantina di giorni – l'apposita centralina mobile (collocata in via Carriona a Carrara, in località “La Lugnola” nei pressi del Mercato Coperto) ha rilevato che in 18 giornate i livelli di pm10 hanno superato i limiti imposti dalla legge, oltrepassando la soglia dei 50 microgrammi il metro cubo: dati illustrati dall'assessore provinciale all'Ambiente Narciso Buffoni (nella foto sotto) e che a ragione possono essere definiti preoccupanti, se si considera stando alla normativa vigente ogni comune può “sforare” non più di 35 volte in un anno, mentre a Carrara si è raggiunta la metà di questa cifra in poco più di un mese.
Quelle di cui si sta parlano sono, com'è noto, sostanze altamente pericolose per la salute, che proprio per le dimensioni ridotte delle particelle che le compongono raggiungono attraverso la respirazione i bronchi polmonari. Di pm10 si sente parlare spesso in riferimento all'inquinamento di grandi città come Milano e Firenze, dove il traffico automobilistico è molto intenso. Le polveri sottili infatti sono prodotte dai tubi di scappamento di auto, moto e camion ma non solo, anche gli impianti di riscaldamento domestico contribuiscono non poco alla diffusione di queste sostanze.
Il caso di Carrara com'è ovvio non può essere paragonato per quantità di traffico automobilistico a quello delle grandi metropoli italiane, né si può imputare lo sforamento dei livelli di guardia alle caldaie delle case, visto che i rilevamenti effettuati dalla provincia di Massa-Carrara fanno riferimento ad un periodo, quello di ottobre, in cui è ragionevole pensare che i riscaldamenti accesi in città fossero veramente pochi. Impossibile quindi non puntare il dito contro il traffico legato all'industria del lapideo, che oltre a produrre polveri pesanti – che vanno a formare quel manto bianco che copre perennemente le strade carraresi - sembra avere grosse responsabilità anche per quanto riguarda quelle leggere, il pm10 appunto. In questo caso sembra essere determinate l'alto numero di passaggi da e per le cave compiuti dai camion nei giorni lavorativi: i tecnici dell'Arpal hanno infatti sottolineato che durante il fine settimana, quando l'attività in cava si ferma, i livelli di inquinamento scendono in modo brusco sotto le soglie di rischio.
La decisione del Sindaco di Carrara Giulio Conti di bloccare a partire dal 16 dicembre il traffico pesante sembra quindi inevitabile: sfruttando la sospensione dell'attività in cava in occasione delle feste natalizie, il primo cittadino ha annunciato che firmerà un'ordinanza in cui decreterà uno stop totale del traffico pesante per due o tre settimane. Dopo questo periodo ripartiranno solo i camion carichi di blocchi di marmo, mentre tutti gli altri (quindi quelli adibiti al trasporto di sassi e terre) dovranno attendere che i valori di pm10 rientrino nella norma.
A parte la soluzione del contingentamento del traffico pesante – un rimedio tanto indispensabile quanto temporaneo – i tecnici e l'amministrazione hanno indicato un'altra possibile via d'uscita per limitare i danni arrecati dai camion, vale a dire quella dei lavaggi dei mezzi e del manto stradale. Un rimedio, dicono gli esperti, valido tanto per la polvere di marmo – che in questo modo può essere lavata via – quanto per il pm10, che attraverso il contatto con l'acqua viene trattenute al suolo e non si disperde nell'aria: innaffiando strade e camion si riproduce in pratica quell'effetto pioggia tanto atteso nelle metropoli soffocate dalle polveri sottili. Un tipo di soluzione questa che in realtà era già stata avviata dall'amministrazione ma che non è stata portata avanti in modo costante e continuato. Per invertire la tendenza e rendere efficaci i lavaggi l'amministrazione ha annunciato l'istituzione di una commissione di controllo, composta anche da cittadini e dai loro comitati, ma non esclude la richiesta di un intervento da parte delle associazioni di categoria coinvolte a cui potrebbe essere chiesto un sostegno economico per l'innaffiamento più frequente delle strade.
Questi i dati e le conseguenze di quanto rilevato da un'unica centralina, quella posta come detto in via Carriona a Carrara: chissà cosa potrà accadere quando saranno disponibili i risultati delle analisi delle altri tre macchinari di cui si doterà da qui alla fine dell'anno la Provincia di Massa-Carrara e che saranno collocati a Massa e in Lunigiana (probabilmente ad Aulla), proprio allo scopo di monitorare al meglio la qualità dell'aria del territorio.