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  La Toscana dà il via libera alla Ru486
Le donne della regione potranno ricorrere al farmaco per interrompere la gravidanza. Secondo i dati ufficiali dal 1980 ad oggi, il numero degli aborti si è dimezzato
Toscana - Il dipartimento per il diritto alla Salute della Toscana ha stabilito ieri che le donne residenti in  regione intenzionate a interrompere la gravidanza potranno chiedere di farlo ricorrendo alla Ru486, la cosiddetta pillola abortiva. Alla riunione hanno partecipato i direttori sanitari della Asl di Firenze, Prato, Pisa, Lucca, Empoli, Arezzo, Livorno e Siena assieme ai ginecologi toscani che hanno riaffermato l'assoluta correttezza del procedimento che ha portato alla decisione di permettere il ricorso a questo presidio medico: com'è stato ricordato più volte infatti, la legge 194 prevede che  siano il medico e la donna a scegliere la metodica “migliore” per l'aborto.

Una linea condivisa anche dai  responsabili della Asl di Pisa, che facendo appello a questo stesso principio sono stati i primi in Toscana somministrare la Ru486: nella giornata di sabato scorso infatti è stato reso noto che presso l'ospedale Lotti di Pontedera erano stati praticati tre aborti, somministrando alle donne  che ne avevano fatto richiesta, pillole importate regolarmente dalla Francia; altre sette pazienti sarebbero in attesa di completare la procedura, approvata dalla giunta regionale toscana che aveva dato il via libera alle Asl anche per l'acquisto all'estero dei farmaci.

Una procedura, quella della somministrazione della Ru486 disponibile per tutte le donne che non abbiano superato la quinta settimana di gravidanza e che inoltrino richiesta nominale per l'acquisto del farmaco (nel caso di Pontedera sono stati necessari 7 giorni per l'arrivo del medicinale dalla Francia): dopo gli accertamenti di routine, si procede al ricovero della donna  a cui nel primo giorno di degenza vengono somministrate tre pillole. Dopo aver assunto - al termine delle 48 ore successive -  un farmaco antiemorragico, la donna si sottopone ad un'ecografia per monitorare che il processo abortivo sia  regolare. Se non si manifestano problemi si procede alle dimissioni dall'ospedale, dove la donna tornerà dopo 14 giorni per verificare se l'aborto e' avvenuto senza inconvenienti. Durante questo periodo un medico del reparto di ostetricia è tenuto a rimanere reperibile 24 ore su 24.

E proprio in concomitanza con l'avvio dell'utilizzo della Ru486, la regione Toscana comunica i dati sulle interruzioni di gravidanza negli ultimi due decenni: in poco più di 20 anni il numero degli aborti si è letteralmente dimezzato, passando dai 17 mila del 1980 ai circa 8700 dello scorso anno. A ricorrere all'interruzione di gravidanza sempre di più le donne straniere – 3 su 10 – e in particolar modo le rumene. 


Ultimo aggiornamento ore 20:10 del 15.11.05 | redazione
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