Per quanto riguarda la vertenza dell'Arsenale spezzino, al centro del dibattito ci sono stati i tagli previsti dal Ministero della Difesa nella finanziaria, dopo che il Comandante in capo della struttura ha deciso di tagliare il 50% della spese riguardanti le imprese di pulizia e le mense. Il ridimensionamento provocherebbe tra i 250 dipendenti, quasi tutte donne, riduzioni dell'orario di lavoro anche del 70%, e i Sindacati sottolineano che molte di queste lavoratrici erano già impiegate con orari part-time.

Per questi stessi motivi venerdì è iniziato uno sciopero che è proseguito oggi e andrà avanti anche domani, visto che alcuni enti dovrebbero essere aperti nonostante il giorno di festività. L'astensione dal lavoro si protrarrà poi nella giornata di mercoledì, quando le lavoratrici si riuniranno in assemblea, sperando nel frattempo che scaturiscano novità positive dall'incontro che si sta tenendo a Roma tra i Comandanti in capo degli Arsenali.

Alla luce di questa situazione i rappresentanti istituzionali presenti, compreso l'On. Egidio Banti in collegamento telefonico, hanno sottoscritto questa mattina un documento in cui si chiede al Ministero e al governo un lavoro di revisione della gestione dei fondi, in modo da spostare denaro pubblico in questo settore, vista la drammatica situazione in cui si potrebbero trovare i lavoratori delle strutture militari in tutta Italia.
Giovanni Bucchioni, tra i Segretari Confederali della Cgil della Spezia, ha affermato di sperare che le varie pressioni di questi giorni, dall'appello al Prefetto di venerdì scorso ai prossimi incontri tra Sindacati e Ministero, abbiano un effetto positivo, anche se il Sindacato ammette l'estrema difficoltà di questa vertenza.

Condivisione fra Istituzioni e Sindacati c'è stata anche in merito ai licenziamenti al cantiere San Marco (33 su 100 dipendenti): assolutamente  pregiudiziale è stato giudicato l'atteggiamento tenuto dalla proprietà nel sfruttare un vizio di forma per ridurre da 75 a 30 i giorni di procedura della richiesta di mobilità. Netto il giudizio negativo anche sull'operato strettamente produttivo della famiglia Calderan, proprietaria dell'azienda, visto che il Piano industriale su cui si fondò  la concessione d'area non è mai stato realizzato. In più, come ha fatto notare il Segretario della Camera del lavoro Federico Vesigna, rispetto alle condizioni legate alla  procedura di Cassa Integrazione aperta un'anno fa la situazione è molto cambiata: all'interno dei Cantieri operano infatti ditte esterne con dipendenti stranieri, a dimostrazione della presenza di carichi di lavoro idonei, e non inferiori, alle forze impiegate.  
Secondo Vesigna, si prefigura inoltre una strategia speculativa della proprietà  sull'area San Marco, come dimostrerebbe la presentazione di una richiesta per costruire alloggi per i lavoratori al posto degli uffici. "Ne le organizzazioni sindacali, nè i lavoratori, nè la città nel suo complesso - ha affermato Vesigna - possono assistere senza reagire ad un progressivo smantellamento delle forze produttive e professionali impiegate nel cantiere San Marco".