A una settimana esatta dalla tragica giornata in, cui nel giro di poche ore, si sono registrate due morti bianche nel settore del lapideo, arriva a Massa-Carrara la Commissione Parlamentare di Inchiesta sugli Infortuni sul Lavoro, incaricata di fare chiarezza sugli incidenti che sono costati la vita a Maurizio Andreani, rimasto schiacciato da alcune lastre nel piazzale della segheria “Corsini” a Dogana di Ortonovo e a Gino Papi, dipendente della cava “Bordigoni Gina” (situata sul versante massese delle cave di Carrara), ferito mortalmente alla gola da una scala. La commissione ha indagato su entrambi gli incidenti trovando alcune difficoltà nel corso dell'inchiesta: come ha spiegato ai microfoni di Contatto Radio Marco Bertorello, consulente tecnico che ha supportato i parlamentari, sul caso di Maurizio Andreani non è stato possibile raccogliere la documentazione necessaria (che sarà comunque fornita a breve) mentre ad oggi è ancora impossibile ricostruire con chiarezza la dinamica dell'infortunio in cui è rimasto coinvolto Gino Papi.
Premettendo che la magistratura, aiuterà ovviamente a fare chiarezza su quanto accaduto alla cava “Bordigoni Gina”, Bertorello ha spiegato che la Commissione è stata però in grado di giungere ad una prima importante conclusione, almeno per quanto riguarda il caso di Papi: nell'incidente, secondo i parlamentari, avrebbe giocato un ruolo determinante il filo diamantato e il macchinario ad esso collegato. “Questa macchina non è completamente in sicurezza, nonostante sia certificata” ha detto il tecnico: di qui l'idea di una vera e propria rivoluzione tecnica, che porti alla sostituzione completa di una delle strumentazioni più usate alle cave. Il problema, ha spiegato Bertorello è che la macchina parte a pieni giri e risulta speso difficile da governare: per questo, la commissione potrebe proporre un rinnovo dei macchinari, un'ipotesi su cui gli industriali del marmo della provincia di Massa Carrara – presenti con una delegazione al sopralluogo della Commissione – hanno dato parere positivo.
Gino Papi avrebbe quindi perso la vita per un incidente tecnico, un tipo di infortunio che – secondo Marco Bertorello – nelle statistiche nazionali sarebbe in netta diminuzione: diverso il caso di Andreani che rientrerebbe in una tipologia infortunistica in netta ascesa, legata all'organizzazione del lavoro e “al modo in cui si sta conformando l'impresa negli ultimi anni”. Confermando, in parte, quanto denunciato dal segretario della Fillea Cgil della Spezia Mulai Elakkioui (che ai microfoni di Contatto Radio il giorno stesso degli incidenti aveva segnalato una realtà particolarmente difficile nelle industrie del lapideo situate nella zona di Oronovo), il consulente tecnico della Commissione ha ribadito quanto siano determinanti gli orari e l'organizzazione per la sicurezza sul posto di lavoro.
Riflessioni che secondo Marco Bertorello dovrebbero portare anche a nuovi e adeguati provvedimenti legislativi, mirati a far fronte alle mutate tipologie di incidenti che affliggono il nuovo mercato del lavoro: “la 626, su alcune cose, è una legge valida più per l'assetto produttivo antico che per quello attuale” ha concluso Bertorello “credo che la commissione ragionerà anche su questo per avanzare delle proposte per la nuova legislatura”.