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  Traffico illecito di rifiuti: terremoto tra Massa-Carrara e La Spezia
Funzionari pubblici e imprenditori coinvolti in un giro d'affari da 90 milioni di euro: tra i rifiuti smaltiti illegalmente, anche materiale contenente amianto
Massa-Carrara e La Spezia - 31 persone arrestate e 68 indagate, 120 perquisizioni, 200 sequestri,  21 aziende coinvolte, 1.200.000 tonnellate di rifiuti smaltiti illecitamente per un profitto di circa 90 milioni di euro: sono questi i numeri dell'operazione "Sinba" (acronimo di Siti di Interesse Nazionale Bonifiche)  l'inchiesta contro il traffico illecito di rifiuti condotta tra Toscana, Liguria, Lombardia e Veneto.

Secondo i carabinieri del Noe, coordinati dalla Procura di Massa Carrara,   sono quattro i siti principali in cui i rifiuti venivano smaltiti illecitamente: il Casello autostradale di Viareggio (in Versilia, provincia di Lucca) , il Piazzale Città di Massa – nei pressi del molo di levante di Marina di Carrara - il piazzale del Cimitero di Aulla e la località Palatina di Montignoso – tutti siti, questi, in provincia di Massa Carrara.

Tutte aree che nel corso degli anni sono state usate a mo' di discarica per interrare, ad esempio, i detriti dell'alluvione del 2003 a Carrara e per nascondere rifiuti pericolosi di ogni genere: in alcuni casi si trattativa del “prodotto” risultante delle operazioni di bonifica condotte in zona (come quelle effettuate dalla Imerys di Marina di Carrara), in altri di materiale contenente amianto.

Per quanto riguarda, in particolare, questo capitolo della vicenda, nel mirino degli inquirenti è finita la Viti Escavazioni, la società di Santo Stefano Magra che estrae pietra verde - una roccia contenente appunto amianto – e che da oggi è sotto sequestro: contro questa azienda i cittadini della zona conducono da anni un'accesa battaglia sfociata in un'azione legale presso il Tribunale della Spezia, che ha avuto vari colpi di scena.

Lo smaltimento illecito dei rifiuti e le operazioni ad esso connesse sono state possibili grazie alla costituzione di un'organizzazione strutturata ed autosufficiente, che poteva contare sull'appoggio di imprenditori, professionisti, funzionari pubblici e uomini delle forze dell'ordine, attivi tra i comuni di Aulla e di Carrara. Determinante all'interno dell'organizzazione il ruolo delle aziende di autotrasporti che provvedevano a far arrivare il materiale a destinazione eludendo i controlli, grazie alla documentazione falsa ottenuta con la complicità dei funzionari pubblici.

Ad essere contraffatte non erano solo le bolle di accompagnamento dei rifiuti ma anche le analisi sui materiali e i certificati medici dei lavoratori esposti alle sostanze nocive. Tra gli enti oggetto di indagine c'è infatti anche  l'Arpat, e vari laboratori privati. Tra i numerosi illeciti commessi dall'organizzazione, anche una cospicua tangente, da 250 mila euro, pagata al potere politico locale tramite Amia, l'azienda multiservizi che gestiva, fino a pochi mesi fa il servizio idrico e i rifiuti urbani a Carrara.

Le operazioni, ancora in corso,  si concluderanno nella giornata di oggi.

Leonardo Tamburini, Sostituto Procuratore del Tribunale di Massa
Ascolta il Tenente Ferri dei Carabinieri del Noe di Firenze

Ultimo aggiornamento ore 19:53 del 24.10.05 | redazione
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