Sindaci pronti a dare battaglia alla Finanziaria | Contatto Radio

Massa-Carrara e La Spezia - “Questa finanziaria va a paralizzare tutti gli interventi di carattere sociale dei comuni”: con queste parole il sindaco di Lerici (Sp) Emanuele Fresco sintetizza i motivi che l'hanno spinto, insieme ad altri 28 colleghi dello spezzino, a firmare il documento con cui il direttivo dell'Anci (l'Associazione nazionale dei Comuni Italiani) chiede modifiche sostanziali al provvedimento del governo. Alle parole di Fresco fanno eco quelle di Federico Binaglia, primo cittadino di Montignoso e membro del Consiglio Direttivo dell'ANCI Toscana: “I comuni non possono essere considerati dei limoni da spremere”.
Dalle parole dei due amministratori emergono tutte le difficoltà che questa finanziaria crea alla sopravvivenza stessa dei comuni, difficoltà che si evidenziano ancor di più quando si inizia a fare qualche semplice calcolo: “Con i tagli proposti dalla Finanziaria” spiega Binaglia, “dovremmo ridurre le spese correnti di 700 mila euro su un bilancio di 7,5 milioni di euro. Una cifra enorme e spropositata”. Cifre simili per il comune di Lerici, dove l'abbattimento dei costi, secondo quanto ha raccontato ai microfoni di Contattoradio il sindaco Fresco, dovrebbe aggirarsi intorno ai 6-700 mila euro. “In una realtà come la nostra togliere più di un miliardo delle vecchie lire significa togliere ai cittadini servizi essenziali” ha detto il primo cittadino ligure.

Quali potrebbero essere allora le contro misure dei sindaci?Già nei giorni scorsi dalla Spezia è arrivata la disponibilità ad “azioni forti”, una posizione ribadita oggi da Fresco che , pur auspicando un intervento dell'Anci, si dice pronto insieme a molti colleghi a dare battaglia anche se l'associazione dei comuni italiani dovesse dare forfait. Altrettanto determinato Binaglia, che dell'Anci è membro: “Potremmo arrivare nei giorni di natale a sospendere l'illuminazione a festa, perché non ci sono le risorse”. A questa prima azione di protesta potrebbero poi seguirne altre, decisamente più radicali, come la consegna al governo da parte dei sindaci delle chiavi di tutte le città italiane.