La notizia di un possibile annuncio di tregua da parte dell'Eta, pubblicata un mese fa sul quotidiano iberico El Mundo da fonte dei servizi spagnoli, aveva fatto pensare ad una reale distensione fra Euskal Herria (letteralmente, il Paese dell’Euskara, la lingua Basca) e il governo di Madrid. Invece, pochi giorni fa è arrivato un segno di direzione contraria, con la notizia dell'arresto di Harriet Aguirre, presunto braccio destro del leader dell'ETA Garikoitz Aspiazu. Anche per questo motivo sono molto critici i commenti di Julen Arzuaga, avvocato dell'Osservatorio basco per i diritti umani, sui rapporti con l'esecutivo di Zapatero, che ha sostanzialmente deluso chi aspettava dalla sinistra radicale spagnola un approccio diverso alla irrisolta questione basca. Anzi, Arzuaga ruincara la dose affermando che il governo si sta ancora servendo in modo zelante e continuativo dell'apparato reazionario allestito dalla destra di Aznar, con l'aggravante di aver messo fuorilegge Batasuna, la coalizione politica che più rappresenta concretamente le provincie basche, in occasione delle elezioni regionali della scorsa Primavera. Queste sono state peraltro largamente vinte dal Partito Nazionalista Basco, che si è rifiutato di sciogliere il gruppo consigliare di Batasuna, scegliendo di fatto lo scontro frontale con Madrid.
Julen Arzuaga si trova in Italia insieme ad una rappresentante dei movimenti giovanili della sinistra indipendentista, per partecipare ad una serie di iniziative legate alla Campagna contro l'Art 270 e i reati associativi, con dibattiti organizzati a Massa, Roma, Bologna e Milano.
Di seguito trovate allegata l'intervista con i due attivisti baschi, realizzata negli studi di Contattoradio.