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È morto Alfonso Nicolazzi
Se n'è andata una delle figure più importanti del movimento anarchico apuano degli ultimi trent'anni. Da anni impegnato nell'Archivio Germinal, è stato uno dei riferimenti principali nella battaglia per la chiusura degli stabilimenti chimici a Massa-Carrara
Carrara -
Da ieri, Carrara è orfana di una persona speciale, il cui impegno di vita ha coinvolto e coinvolge un fondamentale cardine della storia culturale apuana. Alfonso Nicolazzi non c'è più e oggi i suoi compagni anarchici lo ricordano alla città tutta, ai carraresi che lo hanno conosciuto e anche a chi non lo conosceva direttamente , ma che grazie a lui trova oggi organizzato e tutelato un pezzo di storia del proprio territorio, attraverso la vita del movimento anarchico a Massa Carrara. Se è infatti evidente e riconosciuto il valore storico della presenza anarchica in questa zona, molto meno scontata sarebbe stata la conservazione del materiale documentario su questa materia, centrale proprio per l'identità stessa del territorio apuano. In questo contesto si inquadra anche uno degli impegni più concreti di Nicolazzi: insieme con l'Associazione Archivio Germinal, la sua attenzione e la sua grande cultura si sono rivolte così alla conservazione, catalogazione e divulgazione dell'enorme patrimonio rappresentato dai materiali storici del movimento anarchico in terra apuana, ancora oggi fra i più significativi d'Europa. Come testimonia, ad esempio, il ruolo sociale assunto dagli anarchici a Carrara negli anni immediatamente successivi alla fine della seconda guerra mondiale, per non parlare della lotta partigiana, sono infatti innumerevoli i momenti storici in cui il movimento libertario è diventato un'unica cosa con il tessuto civile della città. Oltre che alle manifestazioni tradizionali (Primo Maggio Anarchico) e alle tante iniziative di impegno civile (dal secco no alla guerra alle battaglie politiche di tanti anni di militanza), il nome di Nicolazzi resterà legato alla dura guerra, combattuta a suon di scioperi e occupazioni, per la chiusura degli impianti chimici della Provincia di Massa Carrara, in cui mise in evidenza gli intollerabili livelli d'inquinamento e la latitanza della politica locale di allora, preoccupata dai livelli ocupazionali ma cieca di fronte alla possibilità di un vero e proprio disastro ecologico. Uno dei suoi ultimi interventi resta però contestualizzato nelle pericolose paure dell'attuale società italiana: dopo il presunto tentativo di rapimento di un bambino ad opera di un migrante, accusa rivelatasi poi del tutto priva di fondamento, Nicolazzi aveva riportato l'attenzione sui possibili comportamenti irrazionali che un fatto del genere può provocare e sul pericolo mediatico rappresentato dalla cattiva gestione di una simile notizia, in un momento in cui la paura della diversità culturale può davvero prevalere sull'intelligenza dei singoli e influenzare le violenze reazioni delle comunità. |
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Ultimo aggiornamento ore
20:06 del 14.09.05 | redazione
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