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  Processo Strammiello: vincono famiglia e sindacati
Due condanne a dieci mesi su quattro imputati, 200.000 euro alla moglie dell'operaio e 15.000 euro per Fiom, Fim e Uilm. Carassale (Cgil): importantissima vittoria simbolica e morale
La Spezia - È una sentenza molto importante quella che stamattina ha definitivamente chiuso il processo per la morte bianca di Raffaele Strammiello, cominciato poco più di un anno fa. Importante non solo per il doveroso risarcimento di 200.000 euro e di tutte le spese processuali alla moglie dell'operaio, ma anche per il precedente che ha creato nell'ambito dei processi di questo genere: per la prima volta in Liguria, infatti, a costituirsi Parte Civile a fianco della famiglia sono stati anche i Sindacati.
Fim, Fiom e Uilm hanno dunque vinto, ricevendo un risarcimento pari a 45.000 euro divisi per le tre organizzazioni, che i rappresentanti dei lavoratori useranno per iniziative proprio in difesa della sicurezza sul luogo di lavoro, come avevano a loro tempo annunciato richiedendo la rappresentativa somma di un milione di euro. Questo risultato assume ancora  rilievo se si pensa che in Italia sono stati pochissimi i casi - uno dei quali in Emilia Romagna - in cui i Sindacati hanno vinto come parte civile in un processo per un'incidente mortale. Gianni Carassale della Segreteria Fiom, uno dei sindacalisti maggiormente impegnati nella vicenda, ringraziando lo staff legale ha sottolineato ai nostri microfoni il valore di questa sentenza anche sul piano simbolico, nell' aver testimoniato ai lavoratori la vicinanza concreta dei Sindacati in tutte le questioni di rappresentanza, in difesa dei loro diritti o di quelli dei loro familiari.

Quello di Raffaele Strammiello, nel febbraio 2000, fu il secondo infortunio mortale in pochi mesi (quello precedente nel luglio 1999) nella centrale termoelettrica dell'Enel alla Spezia. 55 anni e sposato con figli, Strammiello era dipendente della Demont srl di Genova, la ditta che svolse i lavori di ambientalizzazione della centrale, per i quali furono impegnati un migliaio di operai. Il lavoratore era all'interno della cabina di comando di una pesante gru: mentre stava eseguendo l'operazione di trasferimento di una trave in acciaio, si staccò un gancio di 150 chili di peso, a circa venti metri di altezza, sfondando il tetto della cabina e colpendo in testa l'operaio, che morì sul colpo.
Una brutta storia, insomma, come tante ne abbiamo ascoltate nella città del Golfo dei Poeti in questi ultimi anni, nei quali anche nella vicina Toscana gli incidenti sul lavoro sono diventati un'emergenza. Non è quindi demagogico l'invito che Carassale ha già rivolto esortando i Sindacati a partecipare costantemente ai processi che si celebrano per le morti bianche, per far sì che qualcosa di più utile e costruttivo segua ai procedimenti giudiziari.

Ascolta l'intervento di Gianni Carassale della Segreteria provinciale Fiom

Ultimo aggiornamento ore 18:16 del 11.07.05 | redazione
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