Dopo essere rimasti a lungo esclusi dalla complicata trattativa sul contratto integrativo del settore lapideo – firmato lo scorso 18 maggio da confederali e industriali – i Cobas del marmo sono entrati in questi giorni nel merito del documento. La presa di posizione è arrivata a seguito del congresso del sindacato, che si è tenuto venerdì scorso a Castelnuovo Magra: dall’assemblea è uscito infatti un secco no al contratto che secondo i Cobas segnerebbe un passo indietro rispetto ai diritti acquisiti dai lavoratori negli ultimi 12 anni.
“Con questo accordo si sancisce un danno economico per i lavoratori che supera i 400 euro” ha dichiarato Giovanni Pedrazzi dei Cobas del marmo di Massa-Carrara ed, entrando nel dettaglio del contratto, ha aggiunto: “ prima l’indennità di mensa sostitutiva andava a
incidere positivamente sulla
tredicesima, sulla quattordicesima e sul trattamento di fine rapporto; la si percepiva durante le ferie, la malattia e l’infortunio. Oggi questi soldi – che erano un patrimonio acquisito - non si prendono più e in cambio si hanno solo 50 centesimi di aumento sull’indennità sostitutiva di mensa”
I Cobas puntano quindi il dito contro Fillea, Filca e Feneal, ritenuti i principali responsabili di questo “passo indietro” perché colpevoli di aver accettato il compromesso con
Assindustria: non mancano nemmeno, ovviamente, le accuse agli imprenditori, che avrebbero volutamente escluso il sindacato di base dalla trattativa, per renderla più agevole.
Preso atto della firma del contratto, i Cobas non si limitano ad esternare il loro dissenso e annunciano l’avvio di una serie di
iniziative di protesta: la prossima settimana saranno indette delle assemblee per informare i lavoratori sul dettaglio del documento; nei giorni successivi partiranno invece le
mobilitazioni.