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“L'ecomafia ama la Toscana”
Nella regione aumentano costantemente i commerci illegali di rifiuti. Il dato è evidenziato in un rapporto annuale di Legambiente
Toscana -
Crescono in tutta Italia e soprattutto in Toscana i reati legati al traffico e al trattamento dei rifiuti, in particolare per quanto riguarda quelli pericolosi. La notizia è stata anticipata dal settimanale Panorama rispetto al rapporto annuale di Legambiente sulle Ecomafie, che evidenzia nel titolo “L’ecomafia ama la Toscana” l'eclatante posizione negativa della regione.
Il fatto che la Toscana si posizioni al terzo posto nella classifica sull’illegalità nel ciclo dei rifiuti, con 293 infrazioni accertate, testimonia anche il cambiamento delle strategie nazionali per questo tipo di criminalità, visto che fino a qualche anno fa il traffico dei rifiuti aveva come unica direttrice al direzione Nord-Sud. Negli ultimi tempi le aree di smaltimento illegale si sono però moltiplicate e la stessa Amministrazione regionale non nasconde che nei 1.317 siti toscani autorizzati allo smaltimento finiscono anche quantità incontrollate di sostanze pericolose come oli, vernici tossiche, residui di fabbriche e laboratori.
Lo stesso Assessore regionale all’Ambiente Tommaso Franci aveva ammesso lo scorso anno che ben 2,7 milioni di tonnellate di rifiuti erano sfuggiti al calcolo dello smaltimento sul territorio regionale. Si tratta dunque di enormi quantità, la cui pericolosità e destinazione resta ignota: secondo quanto sostenuto dal Presidente di Legambiente Toscana Piero Baronti, complessivamente i tre quarti dei rifiuti prodotti nella regione sono speciali e 500.000 tonnellate sono bollate come materiali pericolosi.
L'associazione ambientalista riconosce all'amministrazione il merito di aver elaborato un piano per i residui del lavoro industriale, ma al contempo chiede che per i rifiuti speciali si attivi una pianificazione come per quelli urbani. Sul territorio Toscano non esiste infatti nemmeno un sito per lo smaltimento dei rifiuti pericolosi e il caso di Rieti, dove residui delle concerie erano spacciati per compost da coltivazione, dimostra l'esistenza di un rischio oggettivo per la salute di tutti i cittadini.
Il rapporto “Ecomafia 2004” sulla Toscana verrà ufficialmente presentato da Legambiente nei primi giorni di giugno. |
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Ultimo aggiornamento ore
20:46 del 27.05.05 | redazione
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