“Il disegno della scultura contemporanea da Fontana a Paladino” sarà l'evento espositivo dell'anno a Carrara: con queste parole Andrea Zanetti, Assessore alla Cultura del Comune di Carrara, ha presentato l'esposizione che si terrà a palazzo Binelli dal 25 giugno al 31 luglio.
Si tratta di una mostra che raccoglie le opere di 24 artisti, tracciando il precorso della scultura contemporanea attraverso i disegni dei grandi maestri: “Un evento decisamente importante” ha sottolineato Zanetti “che vuole soddisfare la richiesta del pubblico, che dal 2002 ad oggi ha partecipato sempre più numeroso alle iniziative culturali proposte dalla nostra amministrazione”
Ma accanto alla soddisfazione per i buoni risultati ottenuti finora, l'assessore alla Cultura ha anche tenuto a evidenziare come non sia facile “garantire questo tipo di eventi quando la situazione economica generale è così complicata... la cultura purtroppo in questi casi tende ad essere sacrificata”
Difficoltà a parte, con “Il disegno della scultura contemporanea da Fontana a Paladino” a Palazzo Binelli arriveranno una cinquantina di opere d'arte (la cifra è necessariamente indicativa vista la presenza di alcune installazioni composte da diversi “pezzi d'arte”): si tratta di “disegni”, non schizzi o bozzetti ma vere e proprie opere d'arte attraverso le quali gli scultori hanno dato la prima forma alle loro idee, trasformatesi poi – in un secondo momento - in statue.
In questa esposizione, ha spiegato Walter Guadagnini, curatore della mostra, il disegno è quindi una forma d'arte autonoma e non è più concepito come mero atto preparatorio alla scultura. “La base di partenza è la carta” ha detto ancora Guadagnini “utilizzata come fondo su cui intervengono diversi materiali.”
Si tratta, com'è facile capire, di autori che tendono più a rompere che a proseguire la tradizione: ed è proprio questo il leitmotiv che accomuna i 24 scultori, diversi per stile e generazione alla mostra saranno esposti dai più “quotati” Melotti, Fontana, Marino e Colla, a quelli che Gudagnini ha chiamato “giovani non più giovani” come Paladino, Mainolfi e Nunzio per arrivare a Di Giovanni e Sassolino, artisti di belle speranze non ancora trentenni .