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  A rischio la marcia di pace tra La Spezia e Porto Venere
Mentre a Lerici si è parlato di rapporti tra Nato e Russia, si è bruscamente interrotto il confronto tra pacifisti e amministrazioni locali sull'istituzione di una manifestazione annuale contro la guerra e il militarismo
La Spezia - Dopo aver parlato per molte settimane del caso Fremm, soprattutto per le possibile ricadute di quella vicenda sui livelli occupazionali alla Spezia, torniamo oggi a dare voce a quella cospicua parte di società civile che vorrebbe per la città un futuro meno militarizzato. Quest'anno si è discusso, tra amministrazioni locali, Associazioni e Comitati contro la guerra, dell'ufficializzazione della marcia per la pace tra La Spezia e Porto Venere del 2 giugno. Nelle intenzioni degli organizzatori questa iniziativa sarebbe dovuta diventare un appuntamento annuale, caratterizzato nell'edizione 2005 dalla difesa della Costituzione italiana, basata sulla pace e sulla non aggressione, e dal tema della smilitarizzazione del tessuto spezzino. Quest'ultimo argomento è stato proposto dall'associazione Liberamente, che sulla questione si è però posta con apertura alla mediazione, proprio per non lasciare cadere nel nulla l'opportunità di trasformare l'iniziativa in una stabile manifestazione annuale. Fino ad ora già due riunioni si sono svolte tra rappresentanti delle amministrazioni Comunali della Spezia, di Lerici e di Portovenere, del movimento pacifista e del mondo sindacale per discutere di questa possibilità ma la scorsa settimana, alla vigilia dell'incontro Nato a villa Marigola di Lerici, un nuovo confronto è saltato senza nessuna ulteriore spiegazione da parte delle Istituzioni. Il movimento pacifista ha già inviato una lettera per chiedere spiegazioni ai Comuni fino ad ora coinvolti nel progetto, anche se qualche ipotesi sui motivi di questo improvviso disinteresse è stata formulata ai nostri microfoni da Gianfranco Ferrari di Liberamente. Al Vertice lericino sui rapporti tra Patto Atlantico e Russia era presente anche il Senatore Ds Lorenzo Forcieri, in qualità di vicepresidente dell'Assemblea parlamentare Nato: secondo Ferrari il politico spezzino farebbe parte di quella porzione dei Ds definita recentemente dal settimanale Carta “sinistra con l'elmetto”, riferendosi ad una vocazione militarista che troverebbe in Massimo Dalema il punto di riferimento naturale. L'associazione denuncia così i forti legami che intercorrerebbero tra questa corrente politica e i colossi produttivi statali che mantengono stretti rapporti con l'Esercito e la Marina.  Ferrari sottolinea però che “questa  lobby militarista non rappresenta più nemmeno l'interesse nazionale, visto che l'asse militar-navale italiano si sta spostando sempre più verso le strutture di Taranto e Augusta”. I pacifisti chiedono quindi alle istituzioni un dialogo meno condizionato dall'influenza di un'area che, tra le altre cose, non è più decisiva neanche sul piano occupazionale, visto che negli ultimi anni la presenza militare alla Spezia non ha più fatto la differenza in termini di offerta lavorativa e di sviluppo.
Ascolta l'intervista a Gianfranco Ferrari dell'associazione Liberamente

Ultimo aggiornamento ore 20:09 del 17.05.05 | redazione
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