“Cosa posso fare io per la mia città?”: è questa secondo don Andrea Gallo - della Comunità di San Benedetto al Porto di Genova – la domanda che ha fatto da molla alla nascita del Movi, il movimento di volontariato italiano. Il sacerdote, auto-definitosi “prete di strada”, è intervenuto oggi all'incontro dibattito “Volontariato perché, volontariato per chi?" (organizzato a Massa dall'Associazione Volontari per l'Ascolto e l'Accoglienza in collaborazione con il Cesvot) apportando il suo contributo basato su un'esperienza ventennale nel settore. L'arrivo di Don Gallo a Massa ha fornito l'occasione alla redazione di Contatto Radio per realizzare una lunga intervista che, prendendo spunto dal tema dell'incontro, ha spaziato su diversi temi di attualità. Per ascoltare l'intero contributo è sufficiente cliccare sul link in basso.
“Oggi, ai problemi tradizionali della nostra società”, ha detto Don Gallo ricordando le situazioni di disagio che sono costretti ad affrontare i portatori di handicap, gli anziani, i tossicodipendenti e i malati di Aids, “si aggiunge la questione dei nuovi poveri: come aveva detto Paolo VI trent'anni fa all'Onu, il nostro sistema economico ci porterà ad avere ricchi sempre ricchi e poveri sempre più poveri”.
E il prete di strada, non ha mancato di sferrare un pesante attacco contro le politiche del lavoro messe in campo dai governi che si sono succeduti negli ultimi anni: flessibilità, lavori part-time, contratti a tempo determinato e a progetto, “ma la Costituzione” ha detto con decisione don Gallo “sostiene che l'Italia è una repubblica fondata sul lavoro. Punto e basta” .
Ma il sacerdote non risparmia nemmeno le critiche alla Conferenza Episcopale Italiana, che in merito al Referendum sulla procreazione assistita che si terrà il prossimo 12 e 13 giugno ha invitato i fedeli all'astensionismo. “Non possono togliermi il diritto al voto che io piccolo partigiano ho conquistato”. Ma la presa di distanza dalla posizione ufficiale sostenuta dalla chiesa non si ferma qui “Centinaia di scienziati, da Umberto Veronesi a Rita Levi Montalicini sono di parere opposto: io mi chiedo la mia chiesa dove vuole andare... il rischio è che nasca veramente una crociata”.