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Area ex Ip, ancora nubi
Si fa sempre più confuso l'iter per la bonifica della zona, dopo che il progetto approvato è stato rimesso in discussione. Il coordinamento ambientalista, intanto, lunedì chiederà al Sindaco una Commissione di controllo
La Spezia -
Si fa sempre più nebulosa la vicenda legata alla bonifica dell'area ex Ip della Spezia: dopo l'approvazione, da parte della Conferenza dei servizi, del progetto che prevedeva l'utilizzo del deassorbitore termico, (una sorta di forno per riscaldare il terreno fino alla combustione degli idrocarburi presenti), il mandato alla ditta incaricata è stato ritirato e la stessa Agip ha avanzato dubbi sul metodo individuato e sostenuto fino a poche settimane fa. Intanto, Associazioni ambientaliste e comitati cittadini hanno costituito un coordinamento per chiedere compatti un confronto con i soggetti competenti: già lunedì prossimo è stato fissato un incontro con il Sindaco della Spezia Giorgio Pagano: al primo cittadino verrà chiesto di farsi promotore della costituzione di una Commissione paritetica per controllare la fase di bonifica: questa, secondo il progetto appena naufragato, sarebbe durata due anni mentre ora si rischia di dilatare in modo spropositato i tempi di intervento. Secondo la proposta delle Associazioni e dei cittadini, nella commissione dovrebbero essere inseriti gli esperti a livello nazionale proposti dal coordinamento stesso.Intanto è sempre in corso il processo a Genova sulla ormai nota truffa dell'acquisto di terreni solo sulla carta bonificati proprio nell'area ex Ip, in cui la scorsa settimana è stato sentito come testimone anche l'ex Assessore comunale all'ambiente Marco Grondacci. Nella sua deposizione Grondacci, ora membro di Legambiente, è tornato sulla questione delle concessioni edilizie, disposte nel 2000 nonostante la legge parlasse chiaro sull'impossibilità di rilascio delle stesse prima della avvenuta bonifica. Se il progetto approvato fosse rimasto legato al deassorbitore, gli ambientisti non escludevano un ricorso al Tar Liguria, in quanto in quel caso non sarebbe stata fatta un'accurata valutazione dell'impatto sul territorio, ma allo stato attuale tutto va rivalutato alla luce degli sviluppi futuri, fermo restando la richiesta di costituzione della Commissione paritetica di controllo. Grondacci ha infine sottolineato, ai nostri microfoni come davanti ai giudici genovesi, che fin dall'inizio della vicenda, negli anni '80, tutti i fatti sembrano dimostrare che l'interesse principale dei soggetti coinvolti nella questione, tra enti pubblici e società private, non fosse tanto quello di risanare il territorio quanto quello di sfruttare al più presto le potenzialità economiche dell'area, come dimostrerebbe la frettolosa concessione edilizia per aree tutt'altro che bonificate. |
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Ultimo aggiornamento ore
20:54 del 12.05.05 | redazione
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