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Dossier Bonifiche di Legambiente: La Spezia ancora in evidenza
Sito Pitelli e Area ex Ip rimangono gli interventi più urgenti per una territorio particolarmente martoriato dalle emergenze ambientali, ultima delle quali il rischio amianto in Val di Magra
La Spezia -
Ieri Legambiente ha presentato un dossier dal titolo “Le chimere delle bonifiche”, per fare il punto sulle varie operazioni di risanamento in corso sul territorio nazionale e sulle gravi emergenze ambientali che nel paese ancora aspettano una risposta. In Italia 154.000 ettari di territorio nazionale è contaminato, mentre sono 50 le aree interessate da un carico nocivo fatto di amianto, mercurio, ddt, diossina, emissioni al veleno e rifiuti tossici: politiche sbagliate hanno dunque fatto si che terra, aria e falde acquifere siano state compromesse per milioni di metri cubi.
Le aree da bonificare coprono a macchia di leopardo tutto il territorio nazionale e in questo contesto La Spezia, come già risultava chiaramente da altri dossier simili curati dall'associazione, si mette in evidenza nel rapporto tra estensione del territorio ed entità degli interventi richiesti. In particolare le situazioni più dannose vengono individuate ancora nel sito di Pitelli, il cui corso di bonifica – com'è noto – si è intrecciato con la vicenda dei dragaggi, e nell'area Ex Ip.
La sezione spezzina di Legambiente si è dunque occupata nel dossier di queste aree e il responsabile Paolo Varrela, oltre a mettere in evidenza anche i problemi relativi alla Viti Escavazioni e alla presenza di amianto in Val di Magra, ci ha messo al corrente degli ultimi sviluppi per l'annosa vicenda della zona interessata dall'ex raffineria Ip, la cui area equivale a circa un terzo della superficie della città ed è gravemente inquinata da idrocarburi e da metalli pesanti: Eni ha infatti ritirato il mandato alla Foster e willer, ditta incaricata per la bonifica, contattando un'altra azienda.
L'associazione ambientalista è preoccupata perchè, al di là della decisione di non realizzare il deassorbitore termico per bruciare gli idrocarburi presenti nel suolo, la bonifica in quella zona rischia di andare troppo in là con i tempi, visto che non si conosce ancora il numero e il grado di competenza degli addetti che si occuperanno delle operazioni di risanamento. Varrella ha nuovamente esortato le Istituzioni e tutti i soggetti competenti affinchè la città tutta affronti queste problematiche dandogli il giusto peso, assumendo come dato di fatto l'impossibilità di favorire politiche di sviluppo senza promuovere anche il risanamento complessivo del territorio. |
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Ultimo aggiornamento ore
21:35 del 11.05.05 | redazione
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