Questa mattina la dirigenza di Nca ha voluto presentare alla stampa i risultati delle operazioni di rilancio del cantiere, facendo un bilancio su i progressi fatti dall'azienda e riflettendo sulle prospettive per il futuro. Per l'occasione hanno fatto visita a Marina di Carrara i due armatori che attualmente forniscono carichi di lavoro a Nca: il cavalier Aldo Grimaldi e Raffaele Brullo, Presidente di Augusta due. Entrambi hanno confermato il loro interesse alla collaborazione con Nca e l'intenzione a commissionare a Marina di Carrara nuovi carichi di lavoro. Particolarmente esplicito il cavalier Grimaldi, committente storico di Nca: “Dopo la realizzazione dei primi quattro traghetti confermeremo al 90% l'opzione per la seconda tranche” ha detto l'armatore, riferendosi a un carico di lavoro che impegnerebbe il cantiere fino al 2010.
Quella del 2010 è una data che è tornata anche nell'intervento di Massimo Caputi, amministratore delegato di Sviluppo Italia - la società attraverso il quale il ministero dell'Economia gestisce Nca (e altre aziende della provincia di Massa-Carrara). Fino ad allora secondo l'ing.Caputi il cantiere non potrà assumere nuovi impegni, vista la limitata capacità produttiva: superata la fase in cui era necessario garantire la sopravvivenza dell'azienda, oggi per avviare il rilancio e fare in modo che Nca sia competitiva, sono necessari, dicono Caputi e i suoi, nuovi spazi. L'allargamento della banchina è quindi uno dei requisiti fondamentali allo sviluppo del cantiere di Marina di Carrara che disponendo di aree più vaste potrà concorrere in una produzione di nicchia molto specializzata, diversificata e rivolta a diversi clienti. “Se vogliono la stabilità del cantiere, per evitare di trovarci nuovamente a parlare di crisi, le istituzioni devono risolvere il problema delle aree: sarà questa la vertenza dei prossimi 12 mesi” ha rincarato la dose l'amministratore delegato di Sviluppo Italia, chiamando in causa senza mezzi termini gli amministratori locali.
Un bilancio positivo quello prospettato dai dirigenti del cantiere, soddisfatti di essere riusciti insieme a lavoratori, sindacati, istituzioni locali e armatori, a traghettare il cantiere fuori dalla crisi: valutazioni molto meno rosee percorrevano invece la sala mensa dove, per quasi tutta la giornata si sono riunite le tute blu di Nca.
Questa mattina presto infatti i lavoratori si sono visti confermare l'avvio a partire da lunedì della cassa integrazione, applicata con una rotazione quindicinale tra operai e impiegati, con modalità diverse a seconda delle esigenze produttive del momento.
Resta da sciogliere però il nodo dei lavoratori esclusi dalla rotazione: questi – restando per perioi più prolungati lontano dall'attività - subirebbero le ricadute più pesanti sulle buste paga, che scenderebbero anche fino a 750 euro mensili. Le rsu hanno stimato che potrebbero essere 17 le persone a trovarsi in questa situazione mentre Paolo Pietrogrande, amministratore delegato di Nca, ha sostenuto che non è prevista nessuna esclusione. Il disaccordo in questo caso non riguarda solo il numero dei lavoratori destinati ad una maggiore penalizzazione, ma anche – e questo è il nodo cruciale – i possibili interventi di sostegno: le rsu avevano chiesto che l'azienda sovvenzionasse a sue spese delle piccole quote, per non rendere troppo impari il trattamento tra le tute blu.
Pietrogrande ha però negato nettamente tale possibilità, ribattendo che l'unica soluzione possibile è quella di un anticipo degli istituti disponibili come la tredicesima e la vecchia quattordicesima:
“si prevede che chi starà più lontano dal lavoro prima, sarà impiegato maggiormente in un secondo momento” ha spiegato l'amministratore, alludendo alla possibilità di anticipare ai cassaintegrati parte delle quote dei loro stessi stipendi “pieni”, diluendo così le oscillazioni tra mesi attivi e non attivi, ma lasciando di fatto invariata la ricaduta complessiva per le tasche dei dipendenti.
La soluzione dell'amministrazione non è ovviamente piaciuta ai lavoratori che si sono immediatamente mobilitati: dopo l'incontro con la dirigenza, tenutosi nella primissima mattinata, alle 10 si è tenuta una prima assemblea a cui ne è seguita una seconda, apertasi intorno alle 14.30.
Le tute blu sembrano determinate a non scendere a compromessi e continuano a chiedere maggiori tutele sulle loro buste paga: le rsu tenteranno quindi di concordare con la dirigenza un rinvio della casa integrazione a martedì, in modo da avere ancora tutta la giornata di lunedì per cercare una via d'uscita all'ennesima impasse.