Erano all'incirca le 14.30 di ieri quando alla segheria della Sim srl di Massa ha avuto luogo l'incidente mortale in cui è rimasto coinvolto Claudio Vita, di 52 anni. Secondo quanto è emerso fino ad ora, Vita era salito su un telaio per alcune operazioni di messa in sicurezza quando improvvisamente alcune grosse lastre appena lavorate gli sarebbero cadute addosso, schiacciandolo contro il macchinario. L'operaio è morto sul colpo senza nessuna possibilità di intervento per l'unico collega presente in quel momento nel piazzale della segheria. A seguito dell'incidente, questa mattina si è tenuto lo sciopero dei lavoratori aderenti al sindacato dei Cobas, che ha registrato una larghissima adesione: “Noi abbiamo individuato una con-causa per quanto accaduto ieri” ha detto oggi ai microfoni di Contatto Radio Giovanni Pedrazzi, segretario provinciale dei Cobas del marmo, “c'è un clima non bello nel settore della trasformazione, perché c'è la tendenza a portare all'estero questo tipo di attività: lo stesso lavoro che prima svolgevano 8 o 9 persone adesso è affidato a 3 o 4 operai, si parla in continuazione di cassa integrazione, chiusura e licenziamenti... tutto questo crea un clima di tensione e stress che nuoce alla concentrazione. La serenità è la base principale per chi lavora”
Secondo i dati Inail, quello di ieri è stato il 27° incidente mortale registrato in Toscana nei soli primi tre mesi del 2005. Un dato preoccupante che ha spinto Cgil, Cisl e Uil regionali a indire una giornata di sciopero generale contro gli infortuni sul lavoro, la cui data sarà fissata per la prossima settimana. Domani intanto si terrà lo stop dei confederali del marmo della provincia di Massa-Carrara: la decisione è stata presa per permettere ai lavoratori del settore di partecipare ai funerali di Vita; nel corso della riunione di questa mattina inoltre, i segretari di Fillea, Feneal e Filca, che hanno anche rimandato l'appuntamento odierno con Assindustria per la trattativa sul contratto integrativo.
“Dobbiamo constatare che nonostante tutto quello che facciamo queste cose continuano a succedere” ha detto con profondo rammarico Francesco Fulignani, segretario provinciale della Feneal Uil. “Tutte le volte che capitano incidenti del genere è uno shock tremendo. Non si può attribuire sempre la colpa a coincidenze sfortunate: dobbiamo essere noi i primi a cambiare mentalità” Fulignani – intervenuto oggi ai microfoni di Contatto Radio - ha tentato inoltre di individuare le cause che potrebbero spiegare tanti e così gravi incidenti: “Forse i ritmi di produzione sono troppo sostenuti, la fretta condiziona negativamente gli operai e si lavora con un numero insufficiente di persone... queste sono tutte ipotesi valide su cui dovremo tornare a riflettere”