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Produzioni in aumento alla San Giorgio
L'amministratore Giorgio Povesi annuncia le nuove linee di produzione, ma restano da sciogliere i nodi di cassa integrazione e acquisizione del marchio
La Spezia -
Si torna a parlare oggi dello stato di salute della San Giorgio, lo stabilimento spezzino di lavatrici, rilevato dalla cordata spezzina Sofispe dopo anni di Amministrazione controllata. Mentre l'attesa riguarda la concessione della Cassa Integrazione e l'acquisizione definitiva del marchio, per cui sono in atto trattative con la Brant, l'amministratore delegato Giorgio Povesi ha annunciato la messa in produzione delle nuove macchine da cinque e sei chilogrammi, divise in quattro diversi modelli, completamente elettronici e diretti al mercato medio-alto. Di questi ne sarebbero già state ordinate 5500 esemplari, a testimonianza, dice Povesi, dell'appetibilità che la griffe San Giorgio mantiene sul mercato nonostante i problemi di arbitrariato. Oltre alle indubbie difficoltà legate a più di 4 anni di inattività, ulteriori problemi sono infatti partiti con la rivendicazione del marchio da parte del gruppo franco-israeliano Elco, che aveva rilevato le proprietà della fallita Brant. Da quel momento anche gli investitori hanno rallentato le operazioni di rilancio, complice una insicurezza che ha anche determinato una nuova limitazione dell'organico, inizialmente ripartito con circa 150 lavoratori su 250. Secondo quanto riferito ai nostri microfoni dal delegato Uilm Graziano Leonardi, in questi ultimi mesi il numero di lavoratori impegnati nei cicli di produzione è variato a seconda dei carichi di valori, attestandosi generalmente sul centinaio di dipendenti. Intanto, la direzione aziendale ha affermato che dal mese di Luglio la storica fabbrica spezzina dovrebbe aver completato la sua gamma elettronica, per arrivare in seguito alla produzione dei modelli di lavatrici a 1600 giri: in questo modo si entrerebbe così un una fascia di mercato che poche aziende riescono a garantire. L’obiettivo dichiarato è di arrivare a produrre 150mila macchine entro il 2005 e 200mila nel 2006, con la riassunzione di tutti i dipendenti in cassa integrazione. Per Povesi, però, l'ottimizzazione arriverà oltre la soglia delle 250.000 macchine, sempre che si sciolgano al più presto i problemi legati al marchio, agli investimenti e quindi alla concessione del nuovo anno di ammortizzatore sociale. |
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Ultimo aggiornamento ore
19:50 del 13.04.05 | redazione
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