Sono ancora giorni d'attesa per il mondo del marmo: la vertenza per il rinnovo del contratto integrativo è bloccata ormai da più di un mese nonostante le numerose iniziative organizzate dai confederali per spingere gli industriali di Massa-Carrara a tornare al tavolo del dialogo. Nemmeno l'annuncio di mercoledì scorso con cui i sindacati minacciavano 10 giorni di sciopero e manifestazioni durante l'Internazionale Marmi e Macchine di Marina di Carrara è riuscito a sbloccare l'impasse. Proprio su questo progetto di di mobilitazione sarà incentrato il direttivo unitario che si aprirà giovedì mattina a Carrara: oltre ai rappresentanti dei sindacati confederali della provincia di Massa-Carrara, parteciperanno alla riunione anche i dirigenti nazionali e regionali di Fillea, Filca e Feneal. L'assemblea dopo aver approfondito il dettaglio della vertenza e le ragioni della rottura con gli imprenditori, dovrà pianificare il percorso da intraprendere nell'immediato futuro, alla luce della posizione apparentemente irremovibile di Assindustria: oltre alle varie ipotesi che emergeranno nel corso della discussione, i presenti andranno sicuramente a votare anche la proposta avanzata dai segretari provinciali di categoria, che riguarda proprio l'obbiettivo Imm.
Un'idea che non è piaciuta affatto al Sindaco di Carrara Giulio Conti e al Presidente dell'Internazionale Marmi e Macchine Giancarlo Tonini ma che – per i sindacati - resta una soluzione “valida” e allettante alla luce della risonanza che l'iniziativa avrebbe nel mondo del marmo.
Tutti argomenti questi che sono stati sviluppati questa mattina alla ditta Biselli, dove i lavoratori avevano chiesto delucidazioni sullo stato della vertenza: Francesco Fulignani di Feneal Uil e Francesco Bertolucci di Fillea Cgil (la Filca Cisl non ha iscritti in quell'azienda) hanno illustrato così la situazione, trovando conferma in merito all'assoluta inutilità di proseguire sulla strada degli scioperi a macchia di leopardo, che danneggiano dal punto di vista salariale i dipendenti e non danno frutti sul piano delle trattative.
I Cobas si avviano invece alla chiusura del giro di referendum organizzati tra i lavoratori delle cave per sondare le opinioni in merito al Contratto Integrativo: la scorsa settimana si è votato a Fantiscritti, Canale e Campo Rapino e si è concluso così il sondaggio nei canali più grandi. Nel corso delle operazioni, hanno denunciato i Cobas, si sono riscontrati anche problemi legati alla “poca disponibilità” dimostrata dai datori di lavoro ad assecondare la partecipazione al voto dei dipendenti. Ciononostante - secondo il sindacato di base – dei 617 lavoratori attualmente attivi nelle cave della provincia di Massa-Carrara, ben 260 sarebbero favorevoli alla soluzione della vertenza proposta dai cobas, che prevede la sostituzione in presenza giornaliera del premio di risultato.
Nel corso di questa settimana i sindacati di base concluderanno il giro di consultazioni e per venerdì è già stato fissato un direttivo in cui si discuteranno i risultati raccolti.